At 2,1-11; 1 Cor 12,3-7. 12-13; Gv 20,19-23.
Si alza forte e fervido il grido della nostra invocazione: “O luce beatissima invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli”(Sequenza di Pentecoste). Sentiamo la grazia dello Spirito, sentiamo la chiamata dello Spirito, sentiamo la gioia dello Spirito, sentiamo che tutta la Chiesa è prostrata in questa certezza: lo Spirito anima la Chiesa, è la speranza dell’umanità. Nella Pentecoste Dio si è svelato agli uomini qual è veramente: l’Amore infinito, la Misericordia infinita. È in Dio che gli uomini devono sperare, è in Dio che gli uomini devono porre tutta la loro confidenza, solo in Lui. L’uomo delude, l’organizzazione degli uomini fallisce, Dio non manca.
Sentiamo, in questo giorno della Pentecoste, riaffermate la verità e la grandezza della nostra fede, l’esultanza della nostra speranza, la grandezza della nostra carità. Sentiamo in questo giorno più potente che mai la chiamata a volerci bene, la chiamata a che tutti gli uomini si sentano fratelli e che le divisioni tra di loro cadano, perché il Signore vuol bene a tutti e chiama tutti al suo Regno e chiama tutti alla sua salvezza. La chiamata è a tutti, la possibilità della risposta è per tutti.
E allora raccogliamoci sempre di più in preghiera e sentiamo che il Signore ci vuole Chiesa che operi, Chiesa che preghi, Chiesa che annunci sempre di più la parola del Vangelo. È nel Signore Gesù che gli uomini devono porre ogni loro attesa, ogni loro possibile – possibile, sì! attuale, sì! − attesa che non delude, realtà che non fallisce.
Ed è in questa cornice che la nostra gioia prende un vertice grande attorno ai nostri sposi perché gli sposi oggi col loro matrimonio vogliono manifestare queste verità, vogliono dire a tutti che il Signore è buono, vogliono dire a tutti che il Signore è misericordioso. Vogliono dire che, costituendo proprio oggi la loro famiglia, pongono un annuncio perenne di fede. Esultiamo, esultiamo con forza. Esultiamo, sentendo che il loro annuncio è accolto ed è motivo di progresso forte e vero delle nostre comunità.
E che cosa auguriamo agli sposi se non una vita posta così, nella grazia di Dio, nella forza dello Spirito? Cosa auguriamo loro se non che il loro amore, che si consacra oggi nello Spirito Santo, diventi la sorgente della loro pace e della loro gioia? E questo amore benedetto dia i frutti migliori, più santi, i frutti per la loro famiglia, per i loro cari, per le loro amicizie, per le loro parrocchie. Che cosa auguriamo se non una vita così serena nella benedizione quotidiana di Dio? Una vita che – sappiamo! − per tutti è missione, per tutti è dovere, è dovere di ogni giorno, dovere umile, dovere tante volte faticoso, ma dovere che, eseguito, lascia l’anima nella serenità e nella pace, nella gioia. Noi vi auguriamo così, che realizziate in pieno il vostro ideale e che questo ideale sia una perenne sorgente di letizia, sia una cosa veramente magnifica, tanto bella, tanto grande che tocchi la sublimità di quello che è la vita cristiana realizzata in pienezza e con amore.
Vieni Santo Spirito! Ecco, con tutte le nostre energie: Vieni! Vieni! Vieni su questi sposi! Vieni per tutta la loro esistenza, per tutte le cose che avverranno nella loro vita. Vieni! Noi ti supplichiamo. Noi desideriamo così che si attui il mistero grande della comunione ecclesiale, vissuto insieme, realizzato con fortezza, un mistero di amore grande, portato da Lui e che non deve mai venire meno.
CODICE | 84F9O01367E |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d’Enza, 10/06/1984 |
OCCASIONE | Omelia, Domenica di Pentecoste, Matrimonio – Anno A |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale, sposi |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Lo Spirito anima la Chiesa, consacra l’amore, suscita comunione |
© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAP | CREDITS