At 2,1-11; Rm 8,8-17; Gv 14,15-16.23-26.
è una festa grande. Ricordiamo e viviamo quel giorno nel quale il Signore si è fatto visibile nell’ordine dell’amore. Scese lo Spirito Santo sotto forma di fiammelle di fuoco. È festa dunque dell’amore, è festa del fuoco, è festa universale perché il Signore si è manifestato come la sorgente della pace e della gioia. Allora, come adesso, gli uomini cercavano la pace ma vivevano nell’odio; allora gli uomini, come oggi, volevano costruire senza Dio, volevano costruire la città terrena su organismi e invenzioni umane. Dio ha detto: “Non è così!”; Dio ha detto: “Vengo io per riempire la vostra anima di Spirito perché, credendo, onorerete Dio; credendo, vi vorrete bene tra di voi, credendo realizzate veramente la città di Dio”. È proprio così: Dio è al principio di ogni pensiero onesto, è causa di ogni cosa veramente buona. Lo invochiamo con tutta l’anima, lo invochiamo con tutta la potenza del nostro cuore. Abbiamo bisogno del Signore, abbiamo bisogno che ci insegni l’alfabeto dell’accordo, abbiamo bisogno di volerci bene e di buttare via ogni forma di egoismo e di divisione. Dobbiamo andare da Lui perché è l’unica strada, dobbiamo andare da Lui per costruire nella nostra vita di pochi anni, dobbiamo andare da Lui perché ci dia la forza di un vivere onesto e giusto. Lo Spirito Santo diventa allora l’anima di ogni anima, l’anima della Chiesa e l’anima della società. “Vieni o Spirito Santo. Vieni! Nella fatica, riposo. O Luce beatissima invadi nell’intimo il cuore. Senza la tua forza, nulla è nell’uomo; nulla” (cfr Sequenza di Pentecoste).
E celebriamo in questa atmosfera ricca di spiritualità e ricca di amore, un matrimonio perché si deve cominciare di qui il rinnovamento della società: se le famiglie vanno bene, tutto va bene; se si tradisce nella famiglia, se nella famiglia vi è uno strano groviglio di antitesi sappiamo bene che tutto viene rovesciato. Io dico: invochiamolo, invochiamolo forte, invochiamolo su tutti noi, invochiamolo particolarmente sugli sposi perché possano serenamente vivere la loro vita, perché possano, nel timore e nell’amore di Dio, realizzare i loro ideali, un grande ideale di anima. Noi ringraziamo Dio di tutto questo e auguriamo che la forza dell’Amore di Dio sia sempre la loro forza, che la consolazione più grande l’abbiano da Dio. Dallo Spirito Santo prendano l’energia per i loro doveri di oggi e di domani; possano, vivendo il Vangelo, realizzare il loro sogno di affetto e di donazione. Resta quindi una preghiera fervida, resta un’adesione totale. Tutta l’assemblea, come l’assemblea del Cenacolo, invoca questa grazia affinché, nel compiersi del santo sacramento, i cuori siano pieni di fede e pieni del senso di responsabilità perché Dio sia tutto in tutti.
Preghiamo, invochiamo, amiamo tutti col Cuore di Cristo, nella potenza dello Spirito che è venuto per tutti e vuole che possiamo dilatare la nostra anima in quest’ansia nello sviluppo della nostra spiritualità. Diamo al Signore il nostro cuore, diamo al Signore la nostra preghiera, diamo al Signore le nostre opere.
CODICE | 86EHO01367E |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 18/05/1986 |
OCCASIONE | Omelia, Domenica Solennità di Pentecoste – Anno C − Matrimonio |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione e appunti |
ARGOMENTI | Il Signore è sorgente di pace e di gioia |
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