21/05/1977 - Omelia Prefestiva Ascensione Nov Pent 2

Sant’Ilario, 21/05/1977
Omelia, Sabato VI settimana Tempo Pasqua, Novena Pentecoste - II giorno - Prefestiva Solennità Ascensione

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At 1, 1-11; Eb 9, 24-28; 10, 19-23; Lc 24, 46-53

Il mistero dell’Ascensione è pienezza del mistero della Resurrezione. Gesù risorto si colloca nel suo posto, alla destra del Padre, e ci invita a salire con lui, a intuire con lui, a gioire con lui.

La gloria del Cielo: noi siamo chiamati a contemplarla, ma a contemplarla da lontano, perché ora siamo esuli e pellegrini, siamo in questa terra e tutto è coperto da un velo, solo una luce brilla, una luce che ci indica il cammino: la nostra fede. La sostanza della nostra vita cristiana sta proprio nella fede, perché sulla Parola di Dio noi possiamo avere le supreme certezze e tendere verso la nostra ascensione. La fede, man mano progredisce la vita dello spirito, diventa sempre più grande e diventa sempre più perfetta. La fede è la nostra sicurezza, è la nostra gioia, è la nostra gloria.

E lo Spirito Santo agisce in noi e con i suoi doni vuole rendere più perfetta la nostra fede, particolarmente con il dono dell’Intelletto. Il dono dell’Intelletto ci dà l’intuizione profonda delle verità della fede, ci fa penetrare dove certamente neppure il più grande intelletto umano con le sue capacità può arrivare. L’Intelletto è intuizione meravigliosa, ci fa capire i testi, le parole della Scrittura, ci fa capire i simboli attraverso i quali il Signore ci ha comunicato le sue verità.

Un’anima, che è posseduta da questo meraviglioso dono, ha la percezione rapida, intensa, forte di tutte le cose divine, particolarmente, dicono i santi, ci dà l’intuizione della presenza di Gesù nell’Eucaristia. I santi, che ne erano ricchi, quasi sentivano Gesù nel Santissimo Sacramento.

Ecco perché il dono dell’Intelletto noi lo invochiamo in questa particolare situazione della nostra Parrocchia, perché ci conduca all’Eucaristia capita e amata, all’Eucaristia, cioè a valutare quanto grande sia l’amore del Signore che resta per noi sotto i veli Eucaristici, quanta è l’efficacia che lui esercita nella Chiesa. Quanto profitto noi possiamo ricavare dal nostro progredire nel bene, dal nostro progredire nella strada dell’Eucaristia, con l’aiuto dell’Eucaristia che è il Pane dei pellegrini, in questo nostro esodo verso la terra promessa! Anche noi, come gli Ebrei nel deserto, camminiamo stanchi ed affaticati, abbiamo molte difficoltà, ma il nostro esodo riuscirà certamente, se noi stiamo uniti a Gesù Eucaristia. E l’Intelletto è il dono dello Spirito Santo che ci fa capire, che ci fa gustare, che ci fa intuire quanto il Signore è meravigliosamente buono e potente in questo Sacramento.

Ecco perché noi collaboreremo con lo Spirito Santo, perché possa veramente darci larghezza di questo dono; collaboreremo, collaboreremo nella luce della beatitudine “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” (Mt 5, 8). E’ infatti nella purezza e nella castità, praticata fedelmente, che l’anima resta sgombra, resta purificata, che l’anima evita il soggiacere alle cose della carne e si eleva in alto e vuole cercare il volto di Dio. Ecco perché la purezza, conservata con fedeltà, difesa con gelosia, ecco perché la purezza, quanto più diventa delicata e forte, è la disposizione migliore a questo dono dello Spirito Santo, perché dopo vediamo Dio, perché vediamo Dio in tutte le cose, perché abbiamo la sensibilità dei figli di Dio.

Collaboreremo dunque in una cura fedele della purezza e in una pronta disposizione alla fede, perché la fede cresce in noi mediante lo studio della Sacra Scrittura, mediante il confronto con la Parola di Dio, in quell’esercizio di devozione che chiamiamo “meditazione”. La meditazione apre l’anima, perché è disposizione all’azione dello Spirito Santo. Nella meditazione si sviluppa singolarmente il dono dell’Intelletto, allora l’anima sente fino in profondità, capisce ciò che tanti altri non capiscono, gusta ciò che per gli altri è assolutamente insipido.

L’anima allora cammini in questa traccia: purezza, fede. L’anima, con queste due ali, si mette pronta ai cenni dello Spirito, a quel volo che lo Spirito Santo ha stabilito nella sua provvidenza.

Chiediamo il dono dell’Intelletto con molta umiltà, perché molte verità della fede le abbiamo appena sfiorate, perché molte cose così ricche, così saporose non le abbiamo ancora gustate.

Chiediamo il dono dell’Intelletto, che venga a noi individualmente, che venga a noi comunitariamente. La nostra comunità dev’essere molta attenta alla Parola di Dio e a sapere quello che vuole la Parola di Dio.

Invochiamolo dunque con molto desiderio e nella promessa di tanta corrispondenza.

CODICE 77EMN01365N
LUOGO E DATA Sant’Ilario, 21/05/1977
OCCASIONE Omelia, Sabato VI settimana Tempo Pasqua, Novena Pentecoste - II giorno - Prefestiva Solennità Ascensione
DESTINATARIO Parrocchia
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Fede, Intelletto, Beati i puri di cuore
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