10/05/1975 - Omelia Prefestiva VII Domenica Pasqua Nov Pent 2

Sant’Ilario d’Enza, 10/05/1975
Omelia, Sabato VI settimana Tempo Pasqua - Prefestiva Anno A - Novena Pentecoste - II giorno

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At 1, 12-14; 1 Pt 4, 13-16; Gv 17, 1-11.

La Liturgia di questa domenica, fra l’Ascensione e la Pentecoste, potrebbe essere definita una Liturgia di glorificazione. Dobbiamo capire bene che cosa vuol dire partecipare della gloria di Gesù, perché noi abbiamo la nostra vita da lui ed è da lui che viene la nostra responsabilità, il senso della nostra responsabilità e la nostra gioia.

Appartenere a lui è essere nella gioia, seguire la sua strada è seguire la strada della sua autentica gioia. Molti cristiani non sono nella gioia, perché non sono veramente cristiani oppure, possiamo dire, non sono “cresciuti” come cristiani. Il segno di essere maturi è proprio qui, nella gioia profonda del cuore. Un cristiano diviso tra Gesù e il mondo, un cristiano superficiale perciò inquieto, perciò instabile, un cristiano tiepido è un cristiano che annaspa sempre come un naufrago, ma non giunge mai al lido, alla solidità, perché non si matura.

Quando noi parliamo di Pentecoste, parliamo proprio della pienezza; chi riceve lo Spirito Santo entra nella gioia che è propria della pienezza. È allora evidente che, se non siamo nella gioia, la colpa è nostra.

“Il Signore è mia luce e mia salvezza”, pregavamo nel Salmo responsoriale, “di chi avrò paura?” (Sal 26, 1), invece, noi molte volte abbiamo paura, abbiamo paura della realtà di un cristianesimo forte; per questo nella seconda Lettura San Pietro sottolineava come “la gioia è nella partecipazione alle sofferenze di Cristo” (cfr. 1Pt 4,13), cioè, vivendo pienamente Cristo, si vive sì la sua croce, ma si vive in una maniera prodigiosa la sua gioia.

Ed è proprio qui, nella luce di questa considerazione, che dobbiamo meditare la Parola di Gesù, il suo discorso sacerdotale dell’Ultima Cena, quando Gesù cosa chiede per noi? Chiede che possiamo seguirlo in questa strada della glorificazione del Padre. Ed è allora qui il segreto della nostra vera, fruttuosa preparazione alla Pentecoste: maturare nella preghiera, ricordate la prima Lettura, maturare in una fede profonda, maturare in una scelta vigorosa la nostra vera posizione. Maturare, cioè sentirci suoi: “Erano tuoi e li hai dati a me” (Gv 17, 6), siamo suoi, siamo il regalo del Padre a Gesù. Come dovremmo cercare di esser qualche cosa che corrisponda al pensiero del Padre! Lui ha pregato per noi, lui continua a pregare per noi, perché siamo nella gioia e iniziamo in questa terra quella glorificazione completa del Paradiso.

La docilità nostra allo Spirito diventa così il vero programma della nostra vita, diventa la nostra strada da percorrere insieme, perché possiamo compiere l’opera che ha dato a noi da fare.

CODICE 75E9N01365N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 10/05/1975
OCCASIONE Omelia, Sabato VI settimana Tempo Pasqua - Prefestiva Anno A - Novena Pentecoste - II giorno
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
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