01/07/1989 - Omelia Prefestiva XIII Domenica Ord

1 Re 19,16. 19-21; Gal 5,1. 13-18; Lc 9,51-62.

La scelta è unica ed è una scelta totalizzante: chi segue Gesù deve seguirlo in tutto, deve seguirlo nonostante tutto; deve seguirlo con la mente, deve seguirlo con il cuore, deve seguirlo con tutte le proprie energie. Seguire Gesù è la vera, grande opera che dobbiamo fare nella vita.

Noi dobbiamo realizzarci come discepoli di Gesù; discepoli che non considerano un altro bene, non si perdono in tante altre cose che sembrano necessarie, ma che attuano con pienezza la loro vocazione.

Seguire Gesù è un dono di Dio, non è un’opera nostra; noi siamo poveri e sentiamo tutto il fascino della materia. Seguire Gesù è un dono del Padre. È il Padre che ci fa conoscere Gesù. È una grande grazia quella di penetrare nel cuore di Gesù. Ecco perchè rifiutare o differire è un’offesa, è un’offesa perchè mettiamo sulla stessa bilancia il dono di Dio e il nostro interesse.

Grande è il dono di Dio: il Padre ci ha dato Gesù perchè Gesù sia il nostro salvatore, sia il nostro maestro, sia la nostra guida, sia la nostra gioia. Noi dobbiamo seguire Gesù con tutto l’entusiasmo del nostro cuore.

Così ci chiama la volontà del Signore: “Beati” (Cfr Mt 5,2-12); è il messaggio della grazia: “Beati”, le Beatitudini. Seguire Gesù è conformarsi a Lui, è diventare simili a Lui, è avere i suoi gusti, è avere le sue scelte, è avere il suo amore.

Noi dobbiamo lasciare penetrare in noi l’amore di Gesù, perchè per essere suoi veri discepoli bisogna avere il suo amore, bisogna avere la sua volontà, bisogna avere il suo servizio.

Il Signore ci ha esortato a seguirlo perché, seguendolo, possiamo vedere con chiarezza ciò che vale la vita, ciò che vale il soffrire, ciò che vale il lavorare, ciò che vale qualunque opera di misericordia: diventa opera di Gesù, diventa un proseguimento dell’attività di Gesù, diventa una conquista meravigliosa e grande.