02/02/1989 - Omelia Presentazione al Tempio

Ml 3,1-4; Eb 2,14-18; Lc 2, 22-40.

La festa di oggi è una festa di luce.

Gesù – la grande luce che illumina le tenebre, Gesù Salvatore che si offre per noi, perché è entrato nel tempio del Padre suo e offre se stesso, offre la sua opera – comincia solennemente la redenzione del mondo; solennemente, con la presenza viva dello Spirito Santo che illumina Simeone e illumina Anna.

Una festa quindi anche per noi, perché anche per noi è venuto, anche per noi si è offerto, anche per noi si è dato.

Dobbiamo sentire questa attualità della redenzione che si opera in noi e nella Chiesa di oggi, dobbiamo sentire la perennità della sua azione, azione meravigliosa di amore, azione di forza, perché ci strappa dal male, perché ci educa al bene, perché cresce e vuol crescere sempre di più in noi e nella nostra vita.

Proponiamoci perciò di offrirci anche noi. La sua offerta chiede la nostra offerta, il suo dono va apprezzato e sentito.

Siamo nella soave speranza, perché Lui è con noi. Questa offerta che dobbiamo fare proprio dietro alla sua, conforme alla sua, è la volontà di essere docili a quanto il Padre celeste ci chiede, perché la vita cristiana è una vita che ricalca quella di Gesù.

Gesù era venuto non per vivere, era venuto per morire, e fin da questa circostanza ha offerto, ha consacrato Se stesso. La nostra vita non è una vita che scegliamo noi; noi dobbiamo obbedire al progetto di Dio, progetto che ha su di noi, sul nostro tempo, sulla nostra possibilità, progetto che ha su di noi per farci vincere e condurci in pienezza al regno.

Impegniamoci allora a offrirci perché si compia in noi il suo mistero di salvezza e possiamo veramente essere pronti a fare, pronti a dire, pronti a lasciare quanto il Signore ci comunicherà giorno per giorno.

Insieme alla Madonna, che si è offerta con Gesù e che è modello della nostra offerta, doniamoci perché sia proprio la gloria di Dio alla quale tendiamo, sia il bene di tutti, sia la salvezza universale di quanti soffrono, di quanti tribolano, di quanti umanamente sono abbandonati.

Offriamo tutto quello che è in noi, tutto quello che è nella Chiesa per questo trionfo dell’amore del Signore.