02/02/1972 - Omelia Presentazione Gesu Tempio

Sant’Ilario d’Enza, 02/02/1972
Omelia, Mercoledì Festa Presentazione del Signore al tempio

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Ml 3,1-4; Eb 2,14-18; Lc 2,22-40.

Festa quasi a metà tra il Natale e la Pasqua, è festa di luce, è Gesù presentato a noi dal profeta Simeone come la luce e la salvezza di tutti i popoli. Dal Natale alla Pasqua. Dalla notte di Natale, quando noi ricordavamo il brano del profeta Isaia: “Ecco, il popolo che giaceva nelle tenebre ha visto una grande luce”, alla notte di Pasqua, quando diremo: “Luce di Cristo! Rendiamo grazie a Dio”, quando l’Alleluia pasquale tradurrà il nostro giubilo nella contemplazione e nell’esperienza di Cristo risorto.

Cerchiamo dunque stasera di riflettere su questa festa, perché possiamo veramente partecipare al mistero della grazia che si è verificata quel giorno nel tempio di Gerusalemme, quando lo Spirito Santo fece comprendere a Simeone e ad Anna chi era il Bambino Gesù e che cosa rappresentava per le anime. Perché con facilità noi ripetiamo certe parole, ma non con uguale facilità noi le penetriamo.

Gesù «luce delle genti», Gesù «luce dell’anima», Gesù «nostra salvezza»: non devono essere parole, devono essere convinzioni, convinzioni che si devono tradurre in un atteggiamento profondo, in un atteggiamento intimo per cui veramente consideriamo Gesù come colui che ci guida, colui che ci dà le idee, colui che ci dà la verità e veramente intendiamo Gesù come la nostra salvezza. Poniamo cioè tutte le cose in lui e riconosciamo che le cose, poste fuori di lui, non hanno senso e non hanno valore.

Gesù è tutto, Gesù è talmente necessario per la nostra vita che, se manca lui, manca lo scopo, la forza, il senso del nostro esistere.

Gesù è il nostro salvatore perché dà un senso al nostro lavorare e al nostro soffrire, perché dà un valore alla nostra preghiera, perché dà l’efficacia al nostro amore, all’amore che portiamo a chi ci è molto vicino, all’amore che dobbiamo portare anche a chi è lontano. L’amore tra gli uomini non è possibile se non parte interamente da lui; l’amore tra gli uomini s’infrange contro le difficoltà e contro i risorgenti egoismi, se non è posto nel suo amore di redentore, di fratello e di amico.

Perciò stasera rinnoviamo la nostra certezza nel Signore, quella certezza per la quale ogni giorno dobbiamo compiere il nostro dovere, realizzare quanto il Signore e gli uomini giustamente si aspettano da noi. Riaffermiamo la sicurezza della nostra fede e l’impegno della nostra fede, perché abbiamo ricevuto la luce, non per nasconderla sotto il moggio ma per manifestarla al mondo, secondo quello che già meditavamo recentemente: “Voi siete la luce del mondo” e “Non si può nascondere una città che è posta sul monte”.

Vorrei che sottolineassimo questo nostro impegno, l’impegno di ricevere in profondità per poter trasmettere, perchè noi, Chiesa, abbiamo l’impegno di salvarci, ma abbiamo ancora l’impegno di salvare. Non solo dobbiamo realizzare per noi, ma dobbiamo realizzare per l’umanità, cioè per tutti quegli uomini che il Signore mette sul nostro cammino e nel campo del lavoro e nel vicinato di quartiere e nelle relazioni frequenti, che abbiamo. Perchè tutti noi possiamo portare una vera testimonianza, perché tutti noi possiamo gioire di essere veramente nel Signore e di potere essere così suoi collaboratori nell’opera della redenzione.

CODICE 72B1O01333N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 02/02/1972
OCCASIONE Omelia, Mercoledì Festa Presentazione del Signore al tempio
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Gesù luce e salvezza
ARGOMENTI Gesù luce e salvezza
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