02/02/1974 - Omelia Presentazione Gesu Tempio

Sant’Ilario d’Enza 02/02/1974
Omelia, Presentazione Gesù al Tempio

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È una festa questa della luce, di quella luce che ci anticipa la Pasqua, quando nella veglia benediremo il fuoco e la luce, perché nel fuoco e nella luce vediamo il simbolo di Cristo Signore, di Cristo risorto, di Cristo splendido nella sua gloria.

Oggi perciò, in questo mistero che preannuncia la Pasqua, in questa festa che noi sentiamo tanto presente nel cuore della Madonna, dobbiamo rivedere la nostra fede, dobbiamo cercare un progresso nella nostra fede.

Proclamando Gesù luce delle nazioni, luce di ogni anima, è naturale che ci chiediamo come questa luce è percepita da noi, come questa luce scende fino in fondo alla nostra intelligenza, fino in fondo al segreto del nostro cuore. Ce lo chiediamo perché non ci avvenga di essere esteriormente pronti e cristiani, ma interiormente scarsi di fede e perciò scarsi di amore.

Una festa di luce che ci richiama alla fede su un modello: la Madonna. La Madonna, in un immensa fede, ha presentato Gesù bambino al tempio. Era suo, il suo bambino, lo poteva dire suo come nessuna mamma può dire: solo lei aveva dato il suo sangue. E adesso, a quaranta giorni dalla nascita, lo offre, lo presenta al Padre, in un certo senso si priva di Gesù. E voi comprendete quale simbolismo profondo c’è in questo mistero: Maria va al tempio e dà il suo Gesù, lo dà al Padre. Il suo gesto di riscatto è un gesto della legge. Lei lo ha dato al Padre, lo ha dato al Padre per la salvezza nostra, lo ha dato al Padre perché si compisse tutta la volontà, quella terribile volontà, per cui Gesù dirà nell’orto degli ulivi: “Non la mia, Padre, ma la tua volontà sia fatta”. Dico terribile perché era l’immolazione, era la sofferenza, era l’itinerario messianico così duro, così forte, così singolare.

È proprio allora che Simeone, illuminato dallo Spirito Santo, fa la profezia: “La tua anima sarà trafitta da una spada”. Ecco la posizione di Maria, ecco la sua collaborazione alla redenzione, ecco il suo sacrificio.

La fede è così: la fede è prontezza, la fede è riconoscere i diritti di Dio, è riconoscere la volontà di Dio, è unirsi alla volontà di Dio anche quando questa volontà sembra così difficile, è unirsi al Signore Gesù fatto ubbidiente fino alla morte di croce.

Gesù, luce di tutte le anime, ci unisce a Sè; Gesù ci vuole con Sè; Gesù ci chiede una presentazione anche per noi: è consacrazione, è offerta, è collaborazione sincera e profonda. Ce la chiede e noi la vogliamo dare; ce la chiede e noi ci vogliamo impegnare.

La fede resta così: non un chiasso esteriore, non una devozione formale, la fede è riconoscere Dio, è fare la sua volontà, è farla sul modello che ci è presentato, Gesù, e con Gesù, Maria.

Sia quindi la nostra buona volontà di capire un po’ meglio il mistero pasquale e di prepararci in questi giorni al grande tempo della Quaresima, nella quale porremo con ancora più forza la nostra disponibilità a tutta l’azione dello Spirito Santo.

CODICE 74B1O01332N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza 02/02/1974
OCCASIONE Omelia, Presentazione Gesù al Tempio
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La fede è adesione alla volontà di Dio: Gesù e Maria i nostri modelli
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