At 12, 1-11; 2 Tm 4, 6-8. 17-18; Mt 16, 13-19
Sono martiri: dobbiamo chiedere la fortezza. Sono i fondatori della Chiesa: dobbiamo chiedere il senso della Chiesa.
Mi pare che a questo ci conduca la solennità della festa e la Liturgia propria di questo giorno.
Dobbiamo chiedere la fortezza, perché non si può seguire il Signore e spaventarsi davanti alle difficoltà, perché la legge del Vangelo domanda una rinuncia, domanda un saper valutare con esattezza il valore dei beni, che ci sono davanti. Noi dobbiamo capire e seguire la gerarchia dei valori, i valori che ci presenta la fede sono sommi, nulla ci deve fermare.
Troppo spesso siamo fiacchi, neghittosi, incerti, facciamo fatica a fare quei sacrifici, che ci procurano tanto bene; facciamo fatica e allora le interruzioni, i momenti di smarrimento, i compromessi. Facciamo fatica e allora la nostra preghiera non è una preghiera di vera ricerca, ci smarriamo di fronte alle prime grosse difficoltà e rinunciamo, facendo una preghiera solo formale, esteriore, quasi un gesto per calmare la nostra coscienza con qualche cosa di superstizioso.
Ecco, loro sono stati martiri, martiri nella vita perché hanno rinunciato a tutto, hanno rinunciato alle cose anche umanamente le più lecite, le più gradevoli. Hanno seguito il Signore, hanno preso una vita piena di tribolazioni, non hanno esitato di fronte ai pericoli, alle persecuzioni, alle carceri. Sappiamo bene la vita di S. Pietro, conosciamo ancora meglio la vita di Paolo: quante tribolazioni sostenute con un animo pieno d’amore al Signore, pieno d’amore per i loro fratelli. Quanto ci sono di esempio!
Come possiamo onorarli e acclamarli, se vogliamo essere tanto differenti da loro?
Fortezza: fortezza nella nostra vita spirituale, fortezza per l’evangelizzazione, fortezza per donare agli altri. Molta fortezza. Siamo gli eredi dei martiri: non possiamo essere così diversi da loro.
La seconda grazia: un senso grande della Chiesa. Hanno fatto tanto per consolidare la Chiesa, hanno sofferto tanto perché tutti fossero un solo gregge, tutti seguissero un solo Pastore. Pietro, la roccia sulla quale Gesù ha voluto costituire la Chiesa, Paolo, l’infaticabile evangelizzatore. Come si sono raccomandati l’unità! Come si sono raccomandati il senso della carità! Come si sono preoccupati che la Chiesa fosse veramente come la voleva Gesù!
Da loro dobbiamo imparare ad amare la Chiesa, ad amarla nella fede, perché la fede ci dice che è il corpo di Cristo. Amarla la nostra Chiesa, amarla per quello che Gesù ha messo in lei, per tutto quello che Gesù si è ripromesso da lei. Amare la Chiesa e amando la Chiesa ubbidire alla Chiesa, perché la Chiesa è un corpo organizzato, non è una moltitudine indistinta. La Chiesa è un corpo organizzato e si richiede l’umiltà di stare al proprio posto, l’umiltà di riconoscere i carismi degli altri, l’umiltà di rispettare le idee degli altri, l’umiltà di procedere insieme senza anarchismo, senza una forma così evidente di isolamento, che si chiama egoismo.
Ubbidire alla Chiesa e ancora essere pronti a seguire sempre tutte le iniziative, che ci domanda la Chiesa. Lavorare per la Chiesa, lavorare ognuno al proprio posto, lavorare nella Chiesa universale. Tutto il respiro della Chiesa dobbiamo sentirlo nostro e i fratelli, geograficamente lontani, dobbiamo sentirli vicini e i loro problemi devono essere anche i problemi nostri.
Guardare a tutta la Chiesa, ma non dimenticare che il posto privilegiato di lavoro per noi è la nostra Parrocchia: è lì dove ognuno deve saper dare, dove ognuno deve saper servire.
I santi apostoli Pietro e Paolo ci aiutino a vivere bene le nostre posizioni, ognuno seguendo la guida dello Spirito Santo, ognuno sentendo che lo Spirito Santo, anima della Chiesa, dà a tutti coloro che hanno buona volontà il senso del loro posto, il senso del loro lavoro.
Sentire così e progredire così.
CODICE | 77FUO0133CN |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 29/06/1977 |
OCCASIONE | Omelia, Mercoledì XIII settimana Tempo Ordinario, Solennità Santi Pietro e Paolo |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Fortezza e senso grande della Chiesa |
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