01/01/1987 - Omelia S. Maria Madre di Dio

S. Ilario d’Enza, 01/01/1987
Omelia, Giovedì Ottava di Natale – Solennità Maria SS Madre d Dio

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Nm 6, 22-27; Gal 4, 4-7; Lc 2, 16-21

Dobbiamo fare come i pastori: glorificare e lodare Dio per tutto quello che abbiamo udito e visto. Quante grazie di Dio! Quante meraviglie della sua bontà! Sarebbe ben negativo che noi non ci stupissimo più e che l’indifferenza occupasse i nostri animi. Dobbiamo vedere l’opera del Signore; dobbiamo vedere le grazie che ci elargisce, le possibilità che ci dona. Un nuovo anno è una nuova possibilità di fare, è una nuova possibilità di amare Dio con tutto il cuore, un nuovo anno è la possibilità di applicare ancora il comandamento: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Ecco, la vera pace sta qui, non sta nelle chiacchiere, non sta nelle manifestazioni esteriori, sta nell’ intimo di ogni nostro cuore, nel volere la vera pace con Dio, nell’assenza del peccato e dell’egoismo, nel volere il bene di tutti e per tutti adoperarci come possiamo. E l’augurio che dobbiamo scambiarci oggi abbia proprio questo senso profondo cristiano, abbia questa forza.

L’augurio non deve essere una parola, ma deve essere un profondo desiderio, un’invocazione che poniamo nel Cuore di Gesù, perché ognuno di noi deve sentire questo anelito, l’anelito di diventare migliore, diventare più forte, diventare più ricco nella preghiera, diventare più paziente ogni giorno, diventare più comprensivo verso gli altri: ogni giorno. Ognuno di noi deve sentire che la realtà della Nascita di Gesù è una meraviglia che dobbiamo sempre contemplare. E se la realtà di ogni giorno è, troppe volte, una realtà cruda, pesante, dobbiamo saper vedere in trasparenza quello che di divino dobbiamo mettere nella nostra vita. E il divino sta proprio così: seguire Gesù, tradurre Gesù nella nostra vita, renderci più capaci e più forti di attuare quella parola che ci è stata consegnata e che è la parola sua, la parola del Vangelo.

Dobbiamo realizzare in profondità la nostra fede, non dobbiamo accontentarci di una fede superficiale, rituale, esteriore; dobbiamo attuare una vera, grande fede, la fede che guida, la fede che − ha detto Gesù − può far tutto. E Gesù ha detto le cose più grandi, possiamo far tutto se abbiamo fede. Il 1987 sia soprattutto un anno di vera fede, forte fede nell’ascolto e nella traduzione della Parola di Dio. L’anno 1987 sia l’anno in cui realizziamo ancora tanta, tanta bontà, l’anno di una bontà vera, di una bontà fatta quotidianamente, realizzata così con le forze che ci dà il Signore. Dio ci benedica con la luce del suo volto e sia così la nostra strada una strada di vero progresso, di vera generosità. Tutti insieme attuiamo una comunità vera, una comunità che opera, una comunità che benedica, una comunità che sia di esempio e di forza per tutti.

Guardiamo al Signore, ci guidi Lui, ci indirizzi Lui. E’ l’augurio che rivolgo: ognuno sia guidato dal Signore, ognuno abbia sempre vicino a lui Gesù, che lo ispiri, lo fortifichi, gli dia profondità di gaudio e di gioia.

CODICE 87A0O01320N
LUOGO E DATA S. Ilario d’Enza, 01/01/1987
OCCASIONE Omelia, Giovedì Ottava di Natale – Solennità Maria SS Madre d Dio
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Saper vedere l’opera di Dio
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