10/12/1976 - Omelia S.Eulalia

Sant'Ilario d'Enza, 10/12/1976
Omelia, Venerdì II settimana Tempo Avvento, festa santa Eulalia patrona

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1 Cor 7, 25-35; Mt 25, 1-13

Celebriamo con gioia la festa di santa Eulalia nostra patrona. Cosa vuol dire nostra patrona? Vuol dire che questa chiesa, cui fa centro una Parrocchia, è dedicata a santa Eulalia. Le nostre preghiere, che innalziamo a Dio in questa chiesa, hanno chi le presenta, hanno chi le corrobora, hanno chi dà loro una dignità tutta speciale. Noi abbiamo questa santa martire e, penso, non senza una provvidenza di Dio. I primi ricordi storici che questa chiesa è Parrocchia e dedicata a santa Eulalia, li abbiamo nel milleduecentoventi ed era già. Quindi ci perdiamo nell’oscurità dei tempi, molti secoli, molti secoli che gli abitanti di Sant’Ilario presentano a Dio le loro preghiere sotto il patrocinio di santa Eulalia. E’ un motivo che ci deve fare riflettere! Tra tanti milioni di santi la provvidenza ci ha dato questa soavissima vergine martire, questa vergine che non ha esitato a incontrare una cosa tremenda: il pericolo della sua purezza, l’offerta della sua vita per la causa della fede. Noi veramente dalla provvidenza siamo chiamati ad onorarla, siamo chiamati ad imitarla e a seguirla, a seguirla nella difesa della nostra integrità morale, della nostra rettitudine e a seguirla nello studio, nell’amore e nella difesa della fede. La provvidenza di Dio ci chiama a riflettere sulle nostre responsabilità, su queste responsabilità che interessano tutto il nostro popolo: una vita retta, una vita santa, una vita pura. Si chiama particolarmente per chi è giovane purezza, per chi è sposato castità, ma è sempre questo saper amare e saper essere amati, ma è sempre quel servire Dio obbedendo alle sue leggi, ché non vuole Iddio togliere a noi la gioia e la felicità, soprattutto la gioia e la felicità dell’amore, ma vuole anzi darcela piena, perché chi è retto non perde, guadagna immensamente.

E poi l’impegno per la fede, per l’arricchimento personale della nostra fede, per la difesa della fede stessa, per la testimonianza verso gli altri. Siamo impegnati e impegnati fino in fondo, in questo dinamismo della fede. La fede non può restare in noi una piccola fiamma, che vacilla nell’oscurità della notte come la lampada delle vergini stolte, ma deve essere una fiaccola viva di grande fiamma, che anziché essere spenta dal vento, prende ancora più motivo per sfavillare e ardere. L’impegno della nostra fede deve essere costante, secondo le proporzioni dell’età e secondo l’impegno che ognuno ha in comunità, nella propria professione, nelle relazioni. Una fede grande, una fede amata, una fede costantemente pronta a muoversi, per portare la luce agli altri, per compiere il proprio dovere di evangelizzazione.

Ed ancora un pensiero: avere una stessa patrona è il motivo che ci deve far sentire come una sola famiglia, che vive sotto lo stesso tetto e ha gli stessi ideali. La festa della santa patronale deve accrescere tra di noi il senso della comunione di vita, il senso di quello che chiamiamo con un termine unico “senso della comunità”, per cui ci dobbiamo sentire insieme nello stesso ideale, nella stessa Liturgia, nelle stesse opere, nelle stesse testimonianze. La festa della nostra santa deve far crescere in noi il senso di famiglia, per cui dobbiamo essere tutti per uno e uno per tutti, dobbiamo cercare di corrispondere all’anelito di Gesù: “Che essi siano una sola cosa” (Gv 17, 11). Voglia sant’Eulalia ottenerci molte grazie dal Signore, far sì che questi nostri desideri, che queste nostre volontà, che queste nostre disponibilità siano condotte fino in fondo, perché la nostra comunità parrocchiale deve crescere nell’amore alla rettitudine, nell’amore alla fede, nell’amore alla carità.

CODICE 76N9O01311N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 10/12/1976
OCCASIONE Omelia, Venerdì II settimana Tempo Avvento, festa santa Eulalia patrona
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Onorare e imitare la nostra patrona
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