Is 58,9-14; Lc 5,27-32
Quando leggiamo queste parole: “Io sono venuto a chiamare i peccatori”, ci sentiamo dilatare il cuore e allora proprio è venuto per noi, è venuto come aveva predetto il profeta: “Egli prenderà su di sé le nostre iniquità”. Il peccato è il peso più grave che può essere sull’uomo, il peccato ha qualche cosa di infinito in sé, perché è un' offesa contro una persona così grande, l’offesa cresce man mano cresce la dignità della persona offesa.
Quando tocca Dio quell’offesa tocca l’infinito e perciò dobbiamo sentire quello che ha fatto il Signore quando ci ripete le parole dette dal profeta: non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva.
Convertirci dal peccato è solo dono della grazia di Dio: mentre il peccato lo possiamo fare con le nostre forze, abusando della nostra libertà, la conversione è un dono di Dio.
Ecco perché, per convertirci, per abbandonare i nostri peccati, per collaborare affinché il mondo si scuota dai suoi delitti, dalle sue iniquità, dobbiamo sentire l’invito della preghiera, l’invito forte, l’invito pressante: non voglio la morte, voglio la vita. Il Signore vuole che viviamo, ma vuole che la vita la prendiamo da Lui, il Cuore di Gesù lo invochiamo nelle litanie come vittima dei peccatori.
Egli si è dato alla morte perché noi abbiamo la vita, Egli è stato coperto di insulti, Egli è stato flagellato e ha patito tutti i tormenti e nessun membro del suo corpo è stato senza tormenti.
Ha fatto questo per darci la grazia di convertirci, per ottenerci l’amore che sana, l’amore forza viva e travolgente che distrugge il peccato, che distrugge i resti del peccato.
Oh, quanto dobbiamo invocare il Cuore di Gesù! Quanto dobbiamo stare uniti a Lui!
I peccatori che confidano nel suo Cuore, che si avvicinano a questa fornace ardente di amore. sono certi di ottenere la grazia della conversione, la grazia di migliorare se stessi.
E quando pensiamo a quanti, tanti, schiavi del peccato che ribadiscono le loro catene e si mettono in pericolo dell’inferno, quanto dobbiamo supplicare il Cuore di Gesù, quanto gli dobbiamo offrire, con quanta perseveranza dobbiamo cercare di riparare le offese.
Il Cuore di Gesù nelle rivelazioni a santa Margherita Maria ha insistito proprio in questo spirito forte e grande di riparazione.
Accogliamo l’invito di Gesù e sentiamo che, se vogliamo bene agli altri, il regalo più necessario e più utile è quello di far loro, per loro, una preghiera, perché il Signore si degni di dar loro una potenza di forza che li scuota e faccia loro cambiare la loro triste condotta, che non conduce che all’infelicità.
CODICE | 82BSQ0134YN |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 27/02/1982 |
OCCASIONE | Omelia, Sabato dopo le Ceneri |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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