Is 58,9-14; Lc 5,27-32
Un battesimo è sempre una gioia. Una gioia per la famiglia che lo ha ricevuto e che lo presenta al Signore, una gioia per tutta la comunità cristiana. Il battesimo perciò è un avvenimento di letizia. Non dimentichiamo mai il significato profondo del battesimo. Per noi adulti è necessario tornare a rivivere il battesimo. Il battesimo non deve essere solo un ricordo. Deve essere rivissuto completamente, giornalmente. Rivissuto in una adesione cosciente e limpida. Il battesimo infatti ci unisce a Cristo. Nel battesimo c’è una comunicazione di vita, della Sua vita. Ecco perché chi segue Lui si chiama da Cristo cristiano. Uno deve tradurre nella propria vita le parole e gli insegnamenti di Cristo. È Lui tutto. Il cristianesimo non è prima di tutto una dottrina. Non è nemmeno prima di tutto una morale. Il cristianesimo si incentra su una Persona: Cristo vivo, presente. Cristo che ha detto. “Non vi lascerò mai orfani. Sarò sempre con voi”. Egli è il risorto che per tutti i secoli non muore. Egli è il risorto e noi dobbiamo unirci a Lui nella sua vita per poter partecipare poi alla sua resurrezione. Noi dobbiamo conformarci a Lui in questa vita presente per essere conformati a Lui per l’eternità. Ecco perché noi poniamo a simbolo del cristianesimo la Croce. Dappertutto mettiamo la croce. In ogni occasione facciamo le croci, non per tristezza, non rivivendo unicamente una tragedia. Noi lo facciamo per la speranza, perché Cristo ha redento il mondo con la sua croce e quello che era un patibolo infame lo ha reso segno di vittoria. Ecco perché noi nella nostra vita dobbiamo accettare quelle cose che sono contrarie, che sono difficili. Un cristiano non è uno che ha delle esenzioni. Solo i superficiali si scandalizzano delle croci che hanno anche i buoni. I buoni non devono avere una situazione di privilegio. La loro bontà e la loro religione si trasformerebbe in un interesse. Il Signore ha detto che il Padre fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi. La condizione è uguale. Non cambia. E sta qui il mistero di grazia e di vittoria: che anche i buoni hanno le croci, ma riescono a trasformarle, sentono che devono averle perché sono seguaci di un crocefisso. Sentono che devono averle perché la vita è lotta e rinuncia per tutti. Ma sentono ancora la presenza di questo risorto che dà loro soavità di grazia, che dà loro fortezza, fortezza grande e intramontabile. Oh, il desiderio di essere uniti a Cristo sapendo sopportare tutte le traversie della vita, tutte le stanchezze della vita! Il cristiano deve sapersi così unire al Signore in una certezza ineguagliabile, la certezza che tutte le cose non possono vincere chi ama Dio. Tutte le cose, tutti gli uomini si infrangono perché l’amore è invincibile, perché l’amore sa trionfare di ogni cosa. Questa giornata di quaresima poniamo così il nostro proposito che deve essere di usare bene delle cose contrarie, di saperle accettare non solo con pazienza, la pazienza dice sempre una resistenza, non dice la perfezione, e accettare tutte le cose con vero amore a Dio ripetendogli: “Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”. E noi auguriamo a questa famiglia che ha presentato la sua bimba al battesimo di potere gioire di una crescita bella e santa, di una crescita che porti la bambina ad avere nella vita tutti quegli elementi di fede che le permetteranno di essere serena anche di fronte alle inevitabili difficoltà.
CODICE | 77BRQ0134YN |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 26/02/1977 |
OCCASIONE | Omelia, Sabato dopo le Ceneri |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAP | CREDITS