15/02/1986 - Omelia Sabato dopo Ceneri

Sant’Ilario d’Enza, 15/02/1986
Omelia, Sabato dopo le Ceneri

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Is 58,9-14; Lc 5,27-32

Tutta la vita cristiana si risolve in un incontro. L’incontro con una persona divina che è Gesù. E in questo incontro sono sempre le stesse le parole che Gesù rivolge, quelle che ha rivolto a Levi; gli disse: “ Seguimi”. Perché un cristiano deve essere un altro Gesù Cristo. Non c’è per il cristiano un altro modello. Il cristiano non deve guardare nessuno. E non deve essere fedele guardando a nessuno altro che a Gesù. È Gesù il nostro maestro. È Gesù il nostro modello. È Gesù il nostro salvatore e il nostro sostegno. Che cosa vuol dire Gesù quando dice seguimi? Che dobbiamo proprio porci alla sua sequela in tutto. Che dobbiamo avere i suoi pensieri, che dobbiamo avere i suoi giudizi, che dobbiamo avere i suoi gusti, che le cose del mondo le dobbiamo considerare come le ha considerate lui. Lo spirito del cristiano è lo spirito di Gesù, è lo spirito delle beatitudini evangeliche. Dobbiamo certamente riflettere molto su queste beatitudini, proprio perché segnano quell’impostazione fondamentale per cui possiamo chiamarci suoi. Suoi nel termine pieno della parola. Troppi credono che l’essere cristiani si risolva in certi gesti, in certi riti, nel fare determinate cose esteriori. Ma è un inganno. Essere cristiani è partecipare di Cristo. Vivere di lui. È sentire come lui la nostra vita presente, la nostra vita futura, perché il Padre nel battesimo ci ha voluto chiamare suoi figli. Ha voluto che ognuno di noi potesse, nella gioia della grazia santificante, avere la possibilità di camminare nella vita soprannaturale, avesse la possibilità di avere il proprio cuore come il cuore di Gesù, quando sulla Croce è avvenuto il miracolo: il soldato che trafisse Gesù nel cuore e ne uscì sangue ed acqua, quello fu un torrente. Un torrente meraviglioso che ha inondato il mondo perché noi, perché ogni cristiano fosse come Gesù, col suo cuore, con la sua apertura, con la sua generosità, con la sua carità, perché sapessimo disprezzare quelli che il mondo ipocritamente chiama valori e sono solo cose da disprezzare e da buttare via. Siamo come Gesù. Impegniamoci come Gesù. Allora faremo proprio come Levi: dopo la chiamata, la gioia; dopo la chiamata, l’esultanza, l’esultanza in noi stessi, l’esultanza nella santa Chiesa di Dio.

CODICE 86BEQ0134YN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 15/02/1986
OCCASIONE Omelia, Sabato dopo le Ceneri
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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