Is 30,19-21. 23-26; Mt 9, 35. 10,1. 6-8
Gli operai, nella vigna del Signore, devono essere operai dell’amore, operai che dimenticano se stessi per gli interessi e per il progredire della parola di Dio, perchè non devono portare se stessi, devono portare Gesù.
Il missionario porta con infinito rispetto, con un grande sentimento di devozione quello che il Signore gli ha affidato perchè gli ha affidato la sua misericordia di salvezza.
Nella Vergine Santissima c’è proprio quanto più immaginiamo di dimenticanza di sé, di umiltà, di progresso, di fervore. Nella Vergine Santa c’è stato il dono completo, un dono per cui ha dimenticato se stessa per seguire totalmente Gesù, per seguire la sua mirabile volontà.
Formarsi apostoli vuol dire non solo abbandonare i peccati, ma abbandonare i propri gusti umani, le proprie aspirazioni umane, i propri – anche! – diritti umani per dare al Signore tutto quello che siamo, tutto quello che possiamo.
Ogni cristiano deve essere missionario; ogni cristiano deve portare Gesù. Perciò in ogni cristiano c’è la purificazione del cuore, c’è il progresso insistente nell’amore. In ogni cristiano c’è il segreto che i1 Signore vuole che si adoperi per portare la sua grazia: il segreto cioè di questa vita interiore, di questa donazione interiore, di questa umiltà radicale e piena.
Purificarsi per ascoltare la sua voce; purificarsi per custodire la sua voce; purificarsi per portare la sua voce.
CODICE | 88N2N01310N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 3/12/1988 |
OCCASIONE | Omelia, Sabato I settimana Tempo Avvento, Novena Immacolata, V giorno |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Essere apostoli: dimenticare se stessi |
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