Sir 48, 1-4.9-11; Sal 79; Mt 17, 10-13
Noi incominciamo la Novena del Natale e noi sappiamo com’è stato voluto il Natale. Il Credo dice: “Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo”. Non è disceso, prima di tutto, per dirci delle belle parole: è disceso per salvare, per salvare dai peccati, perché la dignità dell’uomo, la grandezza dell’uomo sta prima di tutto nel fuggire il male. Se il male possiede, se il male domina, sono inutili tutte le belle parole e tutti i gesti.
La potenza di Dio, la sua misericordia è stata posta, è stata messa con molta energia in quest’ordine; tutto il cielo si è mosso per servire a questa grande idea, per operare questo grande prodigio: salvare l’uomo.
Allora il vero nemico dell’uomo è la sua stessa colpa, il disgregatore dell’uomo e della società degli uomini è sempre il peccato.
Allora comprendiamo bene la parola di Elia e aveva una parola che bruciava come fiaccola, cioè i suoi rimproveri ai peccatori di Israele erano efficaci e purificatori come il fuoco. Ed ecco il secondo Elia, che ci ricorda il Vangelo, Giovanni il Battista. Giovanni il Battista sintetizzerà tutta la sua azione apostolica in un’unica frase: “Fate penitenza, perché il regno di Dio è vicino” (cfr. Mt 3, 2). Anche Gesù, iniziando la sua missione pubblica, ripete: “Fate penitenza”. Allora non è per una ragione di psicologia malata, non è per una forma di suggestione, che noi dobbiamo insistere nella purificazione del peccato, è nell’ordine stesso dell’incontro con Dio. Non possiamo incontrare Dio, se non rinnovandoci interiormente, rifiutando il peccato, migliorando noi stessi.
“Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri” (Mt 3, 3). E sappiamo quali sono i nostri sentieri così tortuosi nella nostra ipocrisia, così sbagliati e così ingannevoli. “Raddrizzate i suoi sentieri” e solo allora si vede la salvezza di Dio.
Ecco, noi ci dobbiamo proporre con molta forza in questi giorni una meditazione sulle nostre colpe, sulle nostre personali, sulle nostre come società, sulle nostre come Chiesa.
Dobbiamo sentire il desiderio che lo Spirito Santo ci purifichi, ci pulisca, ci renda adatti, perché siamo in mezzo a un popolo di peccatori e come può venire il Signore Gesù nel Natale, se non facciamo penitenza, non detestiamo il male, non impariamo a rinnovarci nell’amore, nella generosità, nell’impegno quotidiano di bene?
Domandiamo questa grazia e portiamo nel nostro cuore la Parola di Dio che abbiamo ascoltato, perché anche in noi compia la sua opera grandiosa di purificazione.
CODICE | 79NEN01311N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 15/12/1979 |
OCCASIONE | Omelia, Sabato II settimana Tempo Avvento - Anno C - Novena di Natale - I giorno |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La salvezza dal peccato |
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