Mic 7,14-15. 18-20; Lc 15,1-3. 11-32
Veramente il Signore è buono e grande nell’amore, ed è nella considerazione della sua immensa bontà che l’anima nostra deve essere piena di ringraziamento e di benedizione perché il Signore, a chi è veramente pentito, perdona tutto e lo rinnova con un rinnovamento totale. Il Signore, dice sempre la scrittura, si dimentica, si dimentica di quello che uno ha fatto. Si dimentica vuol dire: per Lui è come non fosse successo, per Lui tutto ricomincia da capo. Ecco, la parabola del figliol prodigo ci tocca fino in fondo all’anima, perché anche noi, tutti, abbiamo sciupato i doni di Dio e siamo andati lontano da Lui e, tutte le volte che siamo ritornati a Lui, ci ha accolto con lo stesso amore e con la stessa tenerezza. Ecco, in questa cornice dobbiamo capire bene il significato del dolore, della malattia, della morte, quando non si presentano come un castigo, ma partono dalla Provvidenza di Dio che permette o dispone, quando allora queste situazioni che fanno gemere non devono chiudere il nostro cuore, non devono fare smarrire la nostra fede, devono essere anzi, momenti particolari, in cui con rassegnazione, con umiltà accettiamo la mano di Dio, sapendo che tutto, per chi ama Dio, finisce in grazia. Tutto, tutto serve per arricchire l’anima nostra, per purificare dai peccati il nostro cuore, per darci un senso più vero e più adeguato della nostra vita. Perché noi siamo dei pellegrini e camminiamo sempre, la vita infatti va avanti, va avanti, non si ferma mai. Ogni momento che passa non è un momento che acquistiamo, è un momento che perdiamo: lo perdiamo per la terra, dobbiamo acquistarlo per il cielo. Abbiamo dunque una visione adeguata: il Paradiso non è di questa terra, è una illusione pensare che il Signore voglia premiarci in questa vita. Il Signore in questa vita dispone le cose in una mirabile sequenza che noi chiamiamo la Provvidenza di Dio, ma questa vita è come il seme che si butta per terra e che sboccerà per l’eternità. L’unico vero male è il peccato e dal peccato dobbiamo a tutti i costi stare lontano, dal peccato, perché il peccato e l’affetto al peccato rovinano la nostra relazione di amore e ci pongono in una situazione grave, in una situazione che può costituire la nostra rovina eterna se non ci ricordiamo che Dio è buono e che è sempre pronto a perdonarci. Egli, abbiamo letto nel salmo, non continua a contestare e non conserva per sempre il suo sdegno, non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe. Rifugiamoci dunque sempre in questa misericordia infinita. La presenza dell’immagine della Madonna ci muova nel cuore un grande desiderio di essere pronti al suo invito: convertirsi, convertirsi nell’amore e nell’amore aiutare i fratelli a convertirsi. Che tutti, dice la Madonna, torniamo al nostro padre, che tutti ci preoccupiamo di non rendere inutile il sangue di Gesù, quel sangue che è stato sparso per tutti, quel sangue di cui una goccia è stata sparsa anche per ognuno di noi.
CODICE | 80C7Q01341N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 08/03/1980 |
OCCASIONE | Omelia, Sabato II settimana Tempo di Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAP | CREDITS