22/12/1984 - Omelia Sabato III Avv Novena Natale 8

Sant'Ilario d'Enza, 22/12/1984
Omelia, Sabato Feria di Avvento, Novena di Natale – VIII giorno

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1 Sam 1, 24-28; Lc 1, 46-55

L’evangelista san Luca ci ha trasmesso un grande tesoro: la preghiera della Madonna, ci ha trasmesso una preghiera che è stata ispiratrice della preghiera di milioni di santi. È la preghiera che magnifica Dio ed esulta in Dio e dà a noi il senso e il modo della nostra vera partecipazione, secondo quello che sta scritto: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8).

Oh, l’esultanza di uno spirito che vince la tirannia della carne, uno spirito che si eleva dalle cose materiali alle cose celesti, che si eleva dalla tristezza di un tradimento alla magnifica esultanza della vittoria, nella fede, della nostra umanità, che sa conservare e sviluppare i doni ricevuti da Dio e nella grazia si potenzia sempre di più. Oh, l’esultanza vera della nostra vita in una purezza che non è la paura del male, che non è l’inibizione di chi non sa fare, che non è la tristezza di chi fugge, è piuttosto il dominio dello spirito sulla materia, è il dominio delle ragioni di fede, che danno alla nostra vita un senso e un perché di eterno.

Perché è proprio così: tutto è stato creato da Dio, è stata creata la nostra anima e nelle sue leggi santissime è stato creato il nostro corpo. Il corpo e l’anima devono collaborare, devono realizzare il progetto di Dio, quel progetto di amore che Lui ha voluto, perché è la fede che ci ha svelato la vera essenza di Dio. La fede ha detto: Dio è amore e tutto quello che procede da Lui procede nell’amore e l’uomo diventa capace di amore quando diventa capace di dono. L’impurità è egoismo, l’impurità è rinuncia a dare alla propria vita un senso di altruismo forte e deciso. Il corpo e l’anima sono chiamati a realizzare questo progetto in una maniera meravigliosa; uno deve essere puro nella sua gioventù, per essere casto e sicuro nella sua virilità una volta formata una famiglia, per realizzare il miracolo della vita.

Ecco, la famiglia che diventa il vero posto dell’amore, la famiglia che diventa irradiazione di carità attorno a sé; ecco, la famiglia che si può realizzare santamente proprio quando si è preparata, quando si è capito che nessuna persona può essere strumentalizzata: le cose si strumentalizzano, le persone no, né la tua persona, tanto meno la persona che tu dici di amare.

La purezza è rispetto, è indirizzo, è forza, è realizzazione piena. Con la grazia di Dio quindi il cristiano compie il miracolo che il Signore domanda a tutte le anime di buona volontà. Questa purezza, questa castità raggiunge la sua perfezione nella parola di Dio, secondo il comando del Signore, nella vera ascetica cristiana se sa contemperare le cose e sa rendere il corpo strumento docile dello spirito. L’atletica, lo sport sono in quest’ordine: dare tanto slancio al corpo attraverso l’anima e far sì che il corpo diventi mezzo di bene, di gioia, di forza.

Ora invochiamo dal Signore questa magnifica donazione di amore; è il Signore che la dà a tutti quelli che, di buona volontà, gli ubbidiscono e lo servono in vero amore.

CODICE 84NNN01312N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 22/12/1984
OCCASIONE Omelia, Sabato Feria di Avvento, Novena di Natale – VIII giorno
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Purezza e castità
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