08/03/1986 - Omelia Sabato III Quar

Sant’Ilario d’Enza, 08/03/1986
Omelia, Sabato III settimana Tempo Quaresima

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Os 6,1-6; Lc 18,9-14

Dobbiamo imparare a pregare. Chi prega bene è giustificato cioè riceve il perdono dei suoi peccati, progredisce nella vita della carità, dà vera lode al Signore. Chi prega male compie una ipocrisia che lo danneggia fino in fondo. Dobbiamo perciò capire l’importanza di saper pregare, di saper essere sinceri, di saper essere pronti, di saper essere umili perché in questa umiltà c’è la grazia sicura, la pace dell’anima, la serenità del cuore. L’umiltà nella preghiera è il senso delle proporzioni. Ci dobbiamo sentire quello che siamo. Ci dobbiamo sentire peccatori, dobbiamo sentire la vergogna di essere peccatori, dobbiamo sentire la soave confidenza della misericordia di Dio, dobbiamo progredire in questa salita di confidenza che ci assicura che il Signore è sempre la misericordia infinita. E a chi riconosce la propria colpa e a chi vuole il distacco da tutte quelle che sono le implicazioni del peccato, il Signore riversa i torrenti del suo amore. Imparare a pregare e imparare dunque a collocarci, a collocarci nella nostra povertà. Pregare vuol dire riconoscere quanto è grande Dio, come tutto dipende da lui, come tutto può da lui aspettare, perché è talmente buono che non solo ci cancella le colpe, ma ci dona innumerevoli doni, innumerevoli grazie, ci dona una magnificenza di quella donazione, di cui sa i segreti chi sente di essere figlio e dal Padre aspetta e del Padre è sicuro e del Padre glorifica la provvidenza. Impariamo a pregare e a provare molta gioia nella preghiera perché il Signore ci ama, perché il Signore ci è vicino, perché il Signore non è sordo al nostro grido e tutto quello che opera lo opera per nostro bene. Dio non opera mai per il male di uno solo. Dio opera solo nell’amore e l’amore suo, l’amore di Dio va oltre ogni previsione, va oltre ogni nostra attesa, va oltre ogni apparenza contraria, il Signore è con l’anima che confida in lui. In lui rinnoviamo perciò l’abbandono del nostro cuore e impariamo a pregare, sentendo che le preghiere non possono mai, in nessun caso, essere una formalità, ma sono l’incontro col Padre nella sincerità, nella verità, nell’umiltà, nella vera attesa e nella vera riconoscenza a Lui.

CODICE 86C7Q01342N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 08/03/1986
OCCASIONE Omelia, Sabato III settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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