31/03/1984 - Omelia Sabato III Quar

Sant’Ilario d’Enza, 31/03/1984
Omelia, Sabato III Settimana Tempo Quaresima

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Quaresimale – Sabato III Quaresima

Os 6,1-6; Lc 18,9-14

Con questa parabola il Signore ci ha messo in guardia, perché non ci succeda che la cosa più preziosa, com’è la preghiera, sia da noi rovinata e resa invece di un titolo di misericordia un titolo di condanna.

La preghiera è restare sotto lo sguardo di Dio, è accogliere la luce di Dio e, se la preghiera è un confronto, deve essere un confronto con Dio, che infinitamente santo ci ricorda come noi peccatori possiamo avere la salvezza solo umiliandoci nel perdono. Una preghiera invece è ipocrita, quando ci portasse a paragonarci con quelli che giudichiamo peggiori di noi. La preghiera sarebbe ipocrita quando noi volessimo prenderne motivo di orgoglio o volessimo piegare Dio a fare la nostra volontà. La preghiera ci deve portare invece ad una vera comunione con Dio, per cui il nostro più grande desiderio deve esser quello di fare la sua volontà e di farla con tutta la perfezione possibile, perché non c’è maggior titolo di gloria per noi che unirci alla santa volontà di Dio, non c’è maggior gloria per noi che entrare nel progetto di Dio con tutta la nostra anima aperta e generosa.

Oh, quanto dobbiamo desiderare questa comunione con Dio! La dobbiamo desiderare particolarmente quando siamo in difficoltà, quando siamo in tentazione, quando siamo in un momento di dolore. Dobbiamo desiderare la comunione con Dio, perché il Signore è mirabile in quello che dispone; sa ben Lui che cosa è meglio per noi, sa ben Lui che cosa possiamo fare per la sua gloria.

Amiamo la preghiera allora, una preghiera che va a Dio per ricevere di Dio, per gustare di Dio, per scegliere quello che piace a Dio. Curiamo la preghiera che ci rende umili, che ci rende così perfettamente sereni, curiamo la preghiera e pensiamo sempre alla Vergine Maria, perché la preghiera della Madonna l’abbiamo imparata, è stata la preghiera di tutta la sua vita: “Si faccia di me secondo la tua parola” (Lc 1, 38). “Si faccia di me”, così ha detto all’Annunciazione, così ha detto a tutti i misteri della sua vita: “Si faccia di me”, non ha scelto Lei. È Madre di Dio, è stata la Regina dei Martiri e sul Calvario ha perduto il suo Figlio così santo, meraviglioso e ha acquistato come figli noi poveri peccatori: ha detto di sì. E sulla sua preghiera modelliamo la nostra, perché allora veramente si compiano potentemente in noi quei santi decreti di Dio, che ci portano al compimento di tutta la nostra vita.

CODICE 84CZQ01342N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 31/03/1984
OCCASIONE Omelia, Sabato III Settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Imitiamo la preghiera della Vergine Maria
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