12/03/1983 - Omelia Sabato III Quar

Sant’Ilario d’Enza, 12/03/1983
Omelia, Sabato III settimana Tempo Quaresima

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Os 6,1-6; Lc 18,9-14

L’essere peccatori è possibile e non è definitivo, perché un peccatore, se si riveste di umiltà, se si riveste di penitenza come il pubblicano, è giustificato. Andò a casa giustificato.

L’importante allora è essere dei peccatori che veramente riconoscono la gravità della loro colpa, l’indegnità di avere il perdono e non essere farisei, perché, quando con il peccato si aggiunge l’ipocrisia, sembra allora che il peccato diventi una realtà inamovibile.

Farisei. È il titolo che noi cristiani dobbiamo temere di più. È fariseo chi accusa gli altri e non accusa mai se stesso. È fariseo chi crede di avere dei meriti e crede che gli altri non li abbiano. È fariseo chi pensa di essere in posizione inattaccabile di privilegio mentre in realtà è come gli altri o peggio degli altri.

Dobbiamo temere questa qualità di fariseismo, la dobbiamo temere, perché è molto facile, perché è molto facile che ci crediamo più buoni di quello che siamo, perché tendiamo a scusarci, a non vedere quelli che sono i nostri torti e a vedere solo quelli degli altri e diciamo: quello fa il cristiano, vedi come agisce? Quello ostenta devozione, non vedi come in realtà manca? Io invece…

Ecco è quell’invece che rovina tutto. Chi è schietto davanti a Dio dice: prima di tutto devo guardare ai miei peccati, ai miei torti e non giudicare nessuno.

Come ha sbagliato il fariseo nel ritenersi migliore del pubblicano e nel disprezzarlo! Se si fosse battuto il petto e avesse pensato a sé, avrebbe avuto misericordia il Signore.

Ed ecco no. Non giudicare mai gli altri, non parlare mai degli altri con disprezzo, non mettersi sopra a nessuno, perché l’insegnamento evangelico è evidente: mettiti all’ultimo posto. Se ci mettiamo sotto a tutti non ne perdiamo niente. Se ci mettiamo al di sopra, anche solo di uno, rischiamo di cadere come il fariseo, nella colpa che il Signore non giustifica.

Ecco allora la nostra riflessione, che è riflessione di verità e di umiltà: riconoscere i nostri peccati ed è riflessione di carità nello scusare quello degli altri.

CODICE 83CBQ01342N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 12/03/1983
OCCASIONE Omelia, Sabato III settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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