20/03/1982 - Omelia Sabato III Quar

Sant’Ilario d’Enza, 20/03/1982
Omelia, Sabato III settimana Tempo Quaresima

Ascolta l'audio

Os 6,1-6; Lc 18,9-14

La parabola presenta un insegnamento universale. Non è il catalogare un caso particolare, è dare un’indicazione. Nei personaggi della parabola noi dobbiamo allora vedere uno specchio per noi, perché il fariseo non ottenne il perdono, il pubblicano invece “tornò a casa sua giustificato”. Il fariseo aveva un metodo di fare l’esame di coscienza, profondamente errato, si confrontava con le leggi, ma prendeva solo le leggi che lui eseguiva, non quelle che calpestava; si confrontava con il prossimo, ma si confrontava con quelli che riteneva peggiori di lui, non con quelli che erano migliori e gli avrebbero potuto insegnare tanto.

È sull’esame di coscienza il principio della conversione, è nel saperlo fare. Il pubblicano riconosceva le leggi che aveva infranto e non alzava nemmeno gli occhi, ma sentiva profondamente la sua indegnità.

Il problema della conversione porta allora l’arrivare a persuaderci che siamo peccatori, arrivare a persuaderci che c’è qualche cosa in noi che non va, persuaderci che abbiamo delle cose da buttare via, delle cose a cui siamo affezionati, a cui abbiamo dato tempo ed energie. Sono da buttare via e bisogna prenderne altre che abbiamo disprezzato o almeno sottovalutato. Ecco, sta qui, in una profonda sincerità, in una onestà fondamentale.

Quale deve essere il nostro paragone? Ce lo ha detto Dio stesso: il nostro paragone è lo stesso Gesù, è lo stesso Gesù che ci è dato come Redentore, che ci è dato come modello, che ci è dato come via verità e vita.

Lo sforzo di ogni cristiano è non misurarsi con gli altri, è non misurarsi a proprio criterio, con delle leggi astratte. Il criterio unico del cristiano è confrontarsi con Gesù, con Lui, con il suo cuore, con l’umiltà del suo cuore, con la pazienza del suo cuore, con la generosità continua, con il suo perdono, con la sua amabilità. Noi ci dobbiamo confrontare con Gesù, altrimenti è molto facile: la generazione dei farisei è sempre molto numerosa. I farisei non sono morti, i farisei sono penetrati nel cristianesimo e noi stessi dobbiamo stare attenti per non essere intaccati da questo male.

Confrontarci con Gesù, con la sua grande e meravigliosa vita. Un cristiano deve essere un altro Cristo e non ci possiamo accontentare di metodi e di parametri umani. Un cristiano non può accontentarsi di un equilibrio come hanno i pagani. Un cristiano non può rassegnarsi a restare in una mediocrità. Un cristiano deve vedere come ha agito Cristo e, nel suo esempio e con la sua grazia, progredire sempre.

CODICE 82CLQ01342N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 20/03/1982
OCCASIONE Omelia, Sabato III settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI
Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS