Ger 11,18-20; Gv 7,40-53
Il Battesimo non è una cerimonia, il Battesimo è un Sacramento, un atto misterioso di Cristo, attraverso il quale l’uomo viene portato proprio nel Cuore stesso di Cristo, viene ad essere un membro di Cristo e come un membro di Cristo è chiamato a vivere Cristo, a partecipare di Cristo.
Noi iniziamo la preparazione immediata alla Pasqua. La preparazione alla Pasqua comporta una più profonda, più cosciente identificazione a Cristo Signore, proprio perché Lui con il Battesimo ci ha unito a Sé e vuole che viviamo come è vissuto Lui.
La grande meditazione di questi giorni è su di Lui, su Cristo nostra Pasqua, su Cristo che per amore degli uomini si è dato alla passione e alla morte. Per amore degli uomini ha realizzato in sé quanto nessun uomo avrebbe potuto pensare, ha realizzato in sé una somma di sofferenze, una somma di dolori morali e fisici, che sarebbero diventati la nostra vera salvezza, perché con il dolore Cristo ci ha redento, con la sua morte Cristo ci ha redento. Ecco perché dobbiamo imparare a meditare questa passione del Signore. La nostra visione è una visione ben particolare e ben intima, la visione di Cristo che si è dato per noi, che ci ha cercato, che ha voluto fare di ogni uomo una cosa grande, ha voluto che ogni uomo avesse la sua vita, potesse godere della sua speranza, raggiungesse la pienezza dell’eternità.
Questa sera ne abbiamo l’esempio nei Battesimi, perché nei Battesimi noi vediamo che Cristo va incontro, unisce a sé, santifica, prende la vita di queste creature innocenti e le trasforma a sua immagine, ricche di grazia, figli di Dio.
Allora è un monito ancora per noi, di capire la redenzione. Perciò mediteremo la passione di Gesù con umiltà riconoscendoci peccatori, la mediteremo con fede perché sono i dolori non di un uomo qualunque ma del Figlio di Dio, la mediteremo con partecipazione, perché noi non possiamo avere semplicemente un regalo, dobbiamo avere lo spirito della collaborazione.
Noi vorremo, con Cristo, scendere nelle profondità del piano della salvezza, perché “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito, perché chiunque crede in Lui, abbia la vita eterna” (Gv 3, 16).
Noi dobbiamo allora realizzare con pienezza la nostra vocazione cristiana e porci, assolutamente pronti e assolutamente disponibili al bene, a tutto il bene, che noi auguriamo a ogni cristiano, ma particolarmente auguriamo ogni bene a questi bambini che vengono battezzati, perché siano veramente degni di Cristo che li accoglie e degni del suo amore.
CODICE | 78CAQ01343A |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 11/03/1978 |
OCCASIONE | Omelia, Sabato IV Settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Battesimo ingresso nel mistero pasquale |
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