25/04/1981 - Omelia Sabato Ottava Pasqua Matrimonio

1 Pt 5, 5-14; Mc 16, 15-20

L’augurio che noi facciamo agli sposi prende forza dalla Parola di Dio che abbiamo appena letto. Il Signore appare ai suoi e il Signore è coi suoi, in coloro che credono in Lui, in coloro che mettono la loro vita nelle sue sante mani. Lo sposarsi in Chiesa ha questo profondo significato, di mettere la vita nelle mani di nostro Signore, perché la vita si svolge per tutti nel lavoro, nella preoccupazione del lavoro, in tante cose materiali che riguardano la famiglia e la professione.

Il significato di mettere la propria vita nel Signore vuol dire dare a tutte le cose un senso diverso e profondo, perché le cose di questo mondo non hanno un senso in loro stesse e tutto passa, e passa inutilmente, quando non si mette davanti a Dio.

Noi vi auguriamo di mettere così, come in questo momento, la vita nelle mani del Signore, nel suo Cuore adorabile.

Noi vi auguriamo che, così, rendiate la vostra vita capace non solo di valori umani, ma di valori soprannaturali.

Noi vi auguriamo che tutto sia benedetto da Dio. E il vostro impegno è proprio questo: mettere le cose come le vuole Dio, il vostro amore, il vostro lavoro, tutto quello che farete, nella legge del Signore, nei suoi Comandamenti. Lui ci ha dato i suoi Comandamenti come dei parametri, da seguire verso la strada dell’eternità. Amate Dio, per amarvi tra di voi. Amate Dio, per amare gli altri. Amate Dio, per fare meglio il vostro dovere. Ricordatevi di Lui nei momenti della gioia; invocate Lui nei momenti del dolore. Siate vicino a Lui: Lui è il nostro Padre, ci vuol bene e non vuole che la nostra vita sia come quella di coloro che non credono. Vuole che la nostra vita sia piena di cose belle, di cose sante, di cose celesti. Ed è questo per cui preghiamo, ed è questo per cui offriamo il sacrificio meraviglioso della Messa, perché il Signore vi sia vicino ora e sempre.