16/06/1979 - Omelia Sabato Prefestivo Corpus Domini 40 ore

Sant'Ilario d'Enza, 16/06/79
Omelia, Sabato vigilia Solennità Corpus Domini - Anno B – Quarant’ore

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Es 24, 3-8; Eb 9, 11-15; Mc 14, 12-16. 22-26

"Questo è il mio corpo".

“Questo” indicava il pane, il pane per il miracolo diventava corpo. Quale grande miracolo! Quale stupendo ritrovato ha saputo compiere Gesù! Un pezzo di pane: il suo corpo.

Nell'Eucaristia Gesù vi è realmente, vi è veramente, vi è sostanzialmente. Noi diciamo: il miracolo eucaristico è tale che sotto le specie del pane e del vino vi è il corpo, il sangue, l'anima e la divinità di nostro Signore Gesù Cristo. E viene presente in un atto sacrificale, viene presente rinnovando il sacrificio del Calvario, viene presente per continuare la sua opera di sacerdote e di redentore, viene presente per noi peccatori. Viene presente, sapendo che non è capito, che gli uomini in fondo lo avrebbero trascurato, anche quelli che si chiamerebbero suoi amici, senza pensare agli altri, a quelli che lo negano, a quelli che lo bestemmiano nel sacramento del suo amore, a quelli che lo ricevono in un cuore possesso di satana, ai sacrileghi; che sarebbe rimasto la maggior parte del tempo solo, in un poverissimo tabernacolo; che gli uomini avrebbero trovato il tempo per tutto meno che per lui; che gli uomini si sarebbero illusi di trovare la soluzione dei loro problemi fuori di lui, lontano da lui, contro la sua parola, ignorando o negando la sua presenza. Cristo aveva presente che cosa sarebbe stata l'Eucaristia e l'ha voluta ugualmente, l'ha voluta in quel gesto semplice ma infinitamente grande: "Questo è il mio corpo, fate anche voi questo”. Tutto qui. Il nostro cuore si deve riempire di tanta fede e di tanto amore, per celebrare bene questa festa del Corpus Domini. Il nostro cuore deve cominciare a capire davvero il mistero d'amore che è nel Santissimo Sacramento, perché non ha posto un ricordo, ha posto se stesso e nella comunione è lui, proprio lui che ci aspetta. È lui che riunisce la Chiesa, riunisce il popolo e ha una comunione con ogni anima. Ogni anima può trovare in lui quanto si può trovare in un Dio, in un Dio fatto uomo che ti aspetta, in un Dio fatto uomo che si vuol chiamare tuo fratello, in un Dio fatto uomo che vuol santificare la tua vita, il tuo lavoro, che vuole innalzare la tua preghiera e il tuo dolore, in lui che vuole renderti strumento della sua redenzione, strumento e mezzo del suo amore verso tutti gli uomini. Ecco allora il nostro esame di coscienza, in questa vigilia del Corpus Domini, deve essere molto profondo, perché l'Eucaristia è il grande tesoro e trascurarlo è per noi indubbiamente la più grave responsabilità. Trascurarlo vuol dire buttare via il grande dono dei secoli: che hai fatto del mio corpo, che ne hai fatto della mia donazione totale, che ne hai fatto? Hai ricevuto la comunione con indifferenza, trascuratezza o peccato. Sei stato pigro e negligente, non hai combinato. Temiamo questi rimproveri, temiamoli e ognuno di noi si proponga di essere sensibile a questo richiamo di grazia.

CODICE 79FFO01339N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 16/06/79
OCCASIONE Omelia, Sabato vigilia Solennità Corpus Domini - Anno B – Quarant’ore
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Eucaristia
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