Ez 37,21-28; Gv 11,45-56
Questo brano del vangelo ci presenta la figura di Caifa, la sua detestabile astuzia, di lui che era sommo sacerdote ed avrebbe dovuto, secondo la legge, essere santo, invece era solo un assassino vestito da sommo sacerdote. Ha in odio Gesù e vuole che muoia. Gesù ha fatto solo del bene, ma lui è contrario al bene, vuole solo il suo interesse, vuole solo la sua falsa sicurezza.
In Caifa noi vediamo uniti tutti i nemici di Gesù, tutti i nemici che Gesù avrà lungo i secoli. L’astuzia, la perversità, la corruzione, perché Gesù è l’amore infinito, chi va contro di Lui va contro l’amore; Gesù è la sapienza infinita, chi va contro di Lui, va contro la verità; Gesù è il salvatore e chi va contro di Lui va verso la perdizione certa.
Noi con stupore vediamo tutti questi nemici di Gesù, con stupore. Per questo ci chiediamo la causa remota e fonda. La causa ce la dà l’evangelista quando ci racconta di Giuda. Dice l’evangelista: “Entrò in lui un demonio”. È dagli angeli ribellati a Dio, è da quella che Gesù ha chiamato la potenza delle tenebre, che viene ogni forma e ogni disastro nel campo del cuore dell’uomo. L’uomo è un povero ingannato, l’uomo diventa uno strumento ben sfruttato, ben adoperato. Noi sappiamo che la potenza delle tenebre fa di questi uomini che cedono, altrettanti zimbelli.
È per questo che noi dobbiamo pregare, è per questo che noi non dobbiamo perdere la fiducia nell’uomo, è per questo che noi dobbiamo sperare che i nemici di Gesù si liberino del loro tiranno satana e accolgano la redenzione piena, la liberazione magnifica.
Noi vediamo nell’uomo peccatore un essere debole che si lascia trascinare, che si lascia coinvolgere in un piano di ribellione mostruoso, la ribellione degli angeli ribelli.
Ecco, la settimana santa non deve essere solo per noi una riflessione solitaria, la settimana santa deve essere per noi una grande preghiera di invocazione perché gli uomini si convertano, perché gli uomini abbandonino i peccati, perché gli uomini riconoscano in Dio la felicità e solamente in lui.
Il peccato è il nemico della nostra felicità, il peccato si è dimostrato sempre una colossale bugia. Il desiderio che tutti gli uomini accolgano la redenzione di Gesù, che tutti gli uomini, che sono costati la sofferenza e l’immolazione di Gesù, possano tornare veramente ai sentimenti di fede e di amore.
Dobbiamo pregare molto, pregare tanto, perché con la preghiera ci uniamo alla preghiera di Gesù: “Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno”. Ecco è il demonio: gli uomini sono trascinati da lui. Bisogna pregare della preghiera del Signore in un desiderio grande del loro bene e della loro salvezza.
CODICE | 82D2Q01344N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 03/04/1982 |
OCCASIONE | Omelia, Sabato V settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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