21/06/1986 - Omelia Sabato XI Ord PdF

Sant'Ilario d'Enza, 21/06/1986
Omelia, Sabato XI settimana Tempo Ordinario, memoria San Luigi Gonzaga, Professione Fede

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Fil 3,8-14; Mt13,44-46.

“Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto, al quale si sacrifica tutto. È simile a una perla” (cfr. Mt 13, 44-45). Noi celebriamo stasera un magnifico santo, un magnifico giovane: Luigi Gonzaga. Un santo che i secoli hanno ammirato perché ha saputo disprezzare con grande coraggio i beni effimeri di questo mondo e consacrarsi a Dio e alla carità. Morì di carità. Morì per assistere i malati contagiosi della peste. Morì offrendo la sua grande giovinezza per un motivo di amore, di dono, di offerta. È stato proclamato il patrono della gioventù di tutto il mondo. E il gruppo, stasera, che fa la professione di fede, molto intelligentemente lo ha voluto suo patrono. Patrono perché la gioventù sia il tempo in cui si realizza di più, in cui si raggiungono i propri ideali e si vivono, in cui si snoda veramente quella salita di bene che fa la gioventù ricca e benedetta.

Vorrei sottolineare la figura di questo santo soprattutto per tre virtù: per la virtù della fortezza, per la virtù del saper meravigliosamente pregare, per la virtù della purezza.

San Luigi fu veramente forte. Così giovane e così energico, e così padrone di sé, e così sapiente da rinunciare alle cose per le quali tutto il mondo vorrebbe conquistare. Una posizione di risalto, umanamente invidiata, lui rinuncia per dei beni superiori. È stato forte. Non si raggiunge una vita cristiana, nemmeno solo sufficiente o mediocre, senza fortezza. Bisogna essere forti. La fortezza deve essere un nostro sforzo e si realizza in un dono di Dio. Essere forti. Perché senza fortezza non si vincono le tentazioni e non si progredisce.

San Luigi seppe conquistare una grande preghiera, una preghiera mirabile. Ci dicono quanto era impegnato nella preghiera e quanto la sapienza della croce lo ha condotto a superare tutte quelle tentazioni e quegli ostacoli che il diavolo mette sul cammino particolarmente di chi è giovane.

San Luigi è il santo del giglio, il santo della purezza ma una purezza mirabile, una purezza proverbiale per le generazioni venute dopo di lui. Ecco l’ideale: essere puri come san Luigi. Amare le cose pulite e belle. Disprezzare le cose squallide e sporche. Sapere vivere la vita nel vero amore, nella vera conquista di sé stessi e nel vero dono agli altri secondo la propria vocazione. Oh, come dovete chiedere a san Luigi queste tre virtù! Chiedetele, con insistenza. Chiedetele con umiltà. Chiedetegli leggendo e studiano la vita di questo santo per entusiasmarvi delle cose di cui lui si è entusiasmato, seguirlo come lui ha saputo realizzare la sua vita.

Al gruppo che fa professione di fede, cioè vuole proprio essere come il Signore ci ha rivelato, vuole essere perfettamente logico, vuol crescere nella fede, vuol difendere la fede, auguriamo di essere talmente logici, talmente forti da potere nella comunità parrocchiale rappresentare questo grande santo. Noi chiediamo a san Luigi Gonzaga di intercedere presso il Signore con la sua intercessione potente perché si celebri nella parrocchia tanta generosità, tanta vivacità di fede, tanto slancio di purezza.

CODICE 86FMO0133AG
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 21/06/1986
OCCASIONE Omelia, Sabato XI settimana Tempo Ordinario, memoria San Luigi Gonzaga, Professione Fede
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI San Luigi Gonzaga: fortezza, preghiera, purezza
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