28/06/1975 - Omelia Sabato XII Ord Battesimi

Sant’Ilario d’Enza, 28/06/1975
Omelia, Sabato Vigilia Solennità Santi Pietro e Paolo Apostoli - Battesimi

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At 3, 1-10; Gal 1, 11-20; Gv 21, 1-19

Festeggiamo i Protettori dell’una, santa, cattolica, apostolica nostra Chiesa. Ci parlano di lei, perché è appartenendo a lei che siamo nella salvezza, è appartenendo a lei che ci possiamo chiamare figli di Dio. Questa è la gloria della Chiesa, perché è Corpo santo del Signore. La Chiesa infatti non si riduce, anche se la è, ad un’istituzione; la Chiesa è un mistero, un mistero della nostra fede, è un mistero particolarmente dell’amore del Cristo che ha dato la sua vita per la Chiesa, che l’ha amata fino all’effusione del sangue.

Ecco perché la santa Chiesa noi dobbiamo onorarla, onorarla nella sua grandezza, onorarla nelle sue prerogative, onorarla nella sua missione. La Chiesa è grande non per gli uomini che la compongono, e siamo noi peccatori, ma per quello che ha fatto Cristo Signore, per quello che il Signore Gesù fa a questi bambini stasera. Quando li chiama a sé, “Lasciate che i bambini vengano a me” (Mt 19, 14), li fa ricchi della grazia, li fa membra di questo suo Corpo misteriosamente efficace e fecondo. La Chiesa è feconda proprio perché ha lo Spirito Santo in lei, la Chiesa è feconda perché ha in se stessa il segno, quel segno di amore che Cristo ha domandato, che Cristo stesso ha posto quando ha detto a Simon Pietro: “ Mi ami tu, mi ami più di costoro?” (Gv 21, 15). Ecco, l’amore di Pietro veniva non tanto come un dono di lui a Gesù, quanto soprattutto come un dono di Gesù a lui.

Cosa diciamo allora di questi bambini, se non che sono un segno dell’amore di Dio? Sono un segno di amore di Dio ai loro genitori, perché è il Signore che li fa fatti fiorire, sono un segno di amore per tutti gli amici perché si rallegrano, perché benedicono Dio, sono un segno di amore per tutta la Chiesa che si accresce così, meravigliosamente. La Chiesa cresce e la Chiesa è fatta particolarmente di queste membra innocenti, di questi piccoli figli di Dio che, nella loro semplicità, benedicono il Signore per tutte le meraviglie, le meraviglie del campo soprannaturale che fanno ben parallelo coi fiori nel campo naturale.

Ci rallegriamo allora, benediciamo il Signore, facciamo i nostri auguri: l’augurio che possano proprio così essere soavemente profumati nella Chiesa del Signore, che siano come dei fiori che sanno rendere migliore l’ambiente, che sanno domani realizzarsi in frutti copiosi di bene. Noi auguriamo a questi battezzati di poter corrispondere all’amore del Signore, quest’amore che li occupa stasera sia veramente la loro guida, sia la loro gioia, sia la loro forza. Sia così che custodiscano la Parola del Signore come l’ha custodita l’evangelista Matteo, che possano crescere nell’umiltà del servizio del Signore come l’ha fatto l’apostolo Paolo, che possano dunque amare la Chiesa e servire la Chiesa come l’evangelista Matteo e l’apostolo delle genti Paolo. Che possano così essere veramente una pietra di costruzione per il grande regno di Dio, per quel regno di Dio che è il nostro desiderio e che dev’essere ancora la nostra opera.

CODICE 75FTO0133BA
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 28/06/1975
OCCASIONE Omelia, Sabato Vigilia Solennità Santi Pietro e Paolo Apostoli - Battesimi
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La Chiesa
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