Ez 2, 2-5; 2 Cor 12, 7-10; Mc 6, 1-6
Gli abitanti di Nazaret si scandalizzavano, avevano nell’anima il sogno dello straordinario, avevano nell’anima l’ammirazione di una potenza, che evidentemente la loro fantasia desiderava e immaginava e invece Gesù si presenta umile, è uno di loro. Si presenta come un povero, si presenta così, uscendo dalla cerchia della gente umile, è il fratello di Giacomo, di Giuda, di Simone. Si scandalizzavano e il loro scandalo si ripete, si ripete nei secoli, si ripete nel nostro tempo. Bisogna che noi sappiamo vedere Dio non solo nella potenza che ci colpisce, ma nell'umiltà di tutti i giorni, nell’umiltà del povero, nell’umiltà del disprezzato, nel fratello di cui il mondo non tiene alcun conto. Dobbiamo saper vedere la potenza di Dio nelle cose, che invece sono la debolezza. Apparentemente sembra che Dio abbia perduto, sembra che le cose di Dio siano inutili e disprezzate. Bisogna che noi impariamo a vedere Dio e il suo trionfo proprio nella lettura del Crocefisso, dove Dio è sembrato supremamente debole. E’ il Figlio suo che è inchiodato alla croce, è il riso di trionfo agli schiamazzi: non si sente altro intorno alla croce! Pure quella, che era debolezza, era trionfo, il più grande trionfo. Gesù ha trionfato dalla croce. E’ così, è sempre così e il Signore vuole che ognuno di noi sappia allora prendere motivo da questa lettura del Crocefisso, per seguire la strada, quella strada che ci è stata tracciata da lui, dal Signore, che è stata seguita dai suoi santi, principalmente dalla Beata Vergine.
Questo primo sabato del mese di luglio, noi ricordiamo la Madonna come colei che ha saputo seguire il Signore nell’umiltà, che ha visto il Signore nell’umiltà, che ha saputo riconoscere nel suo piccolo figlio, appena nato, il Creatore dell’universo. La Madonna c’insegna Dio, proprio perché c’insegna come Dio si manifesta, come Dio si dona a noi, come sono le strade del Signore. E nel suo cantico sottolinea e dice come Dio disprezza le grandezze umane ed esalta gli umili.
C’è dunque una valutazione delle cose, è la prima proposizione su cui dobbiamo riflettere: valutare le cose non come appaiono, ma come sono stimate da Dio. Molte volte anche noi, come i Nazaretani, vogliamo qualche cosa che appare, qualche cosa che s’assomigli a un trionfo umano. Leggere Dio nelle cose e saperle stimare secondo la Parola di Dio. Vale di più un piccolo gesto di grazia, che non tutte le altre cose umane.
E una seconda proposizione dobbiamo meditare dentro di noi: il Signore vuole l’umiltà, perché vuole che noi stiamo al nostro posto, vuole che noi sappiamo avere il senso delle proporzioni. Tutto quello che abbiamo è di Dio, noi siamo grandi quando sappiamo usare bene i doni di Dio, non quando immaginiamo di rubarli a lui, di farli nostri, di potere essere così esaltati per quello che abbiamo. La via della croce è una via di umiltà, la via che ha tenuto la Beata Vergine è una via di umiltà, nessuno è un vero cristiano se non nella via dell’umiltà, che è in fondo la verità, l’amore della verità. Dobbiamo amare molto la verità e dobbiamo fuggire tutto quello che è menzogna, che è ipocrisia, che è esaltazione falsa. Dobbiamo amare la verità e servirla sempre in ogni occasione. È umile chi riconosce le cose come sono e serve a Dio così, come il Signore vuole. Siano queste due riflessioni, che ci danno motivo di approfondire altre cose, che questa Liturgia ci sottolinea ma sempre in questo senso, il senso del saper vedere Dio e il senso di saper tenere quello che dona Dio.
CODICE | 76G2O0133CN |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 03/07/1976 |
OCCASIONE | Omelia, Sabato XIII settimana Tempo Ordinario - Anno B - Messa prefestiva I Sabato del mese |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La via della croce |
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