30/11/1974 - Omelia Sabato XXXIV Ord Nov Imm 2

Sant'Ilario d'Enza, 30/11/1974
Omelia, Sabato XXXIV settimana Tempo Ordinario, Novena Immacolata - II Giorno

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Is 2, 1-5; Rm 13, 11-14; Mt 24, 37-44

Vi sono delle parole molto evidenti, le parole del Signore sono assolutamente precise. Dice: “La vita che cos’è? Vegliate. State pronti. Considerate” (cfr. Mt 24, 37-44). La vita non è dunque un andare avanti così spensieratamente, non è andare avanti a caso, non è il non voler pensare al domani. Quando si parla della finalità della vita, quando si accenna alla morte molti scuotono il capo e dicono: “Ah, io non ci penso. E che cosa vale pensarci?”. Invece l’indicazione che ci viene dalla Parola di Dio è proprio questa, che bisogna pensarci, non per incupirci, non per essere melanconici, non per entrare nell’ansia, ma proprio nel preciso significato del termine evangelico “vigilare”. Vigilare è riempire bene il tempo, è trafficare non sciupando un minuto, è essere molto tesi a ciò che si deve fare. Quando parliamo della Beata Vergine, noi tra gli altri titoli la chiamiamo “Vergine prudente” e sottolineiamo questo titolo: la Vergine che, secondo la parabola, è stata vigilante, ha tenuto accesa la sua lampada. Vorrei che noi stasera guardassimo alla Madonna come all’esempio della prudenza evangelica, che è vigilanza, che è senso vero della vita, della preziosità della vita, perché la Madonna ha saputo meravigliosamente adoperare le grazie che le ha dato il Signore, le ha usate come mai nessuno le saprà usare. La contemplavamo anche ieri sera “piena di grazia”. Aveva quattordici o quindici anni ed era già piena di grazia. Come aveva riempito il suo tempo! Come aveva adoperato i suoi talenti! Come aveva usato le sue giornate! Era già piena di grazia! E noi non riusciamo certamente ad immaginare come, avendo ricevuto ancora lo Spirito Santo, secondo la parola dell’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te” (cfr. Lc 1, 35), come nel seguito della sua vita abbia potuto corrispondere alla grazia di Dio! Perché sta proprio qui il nostro vigilare, sta proprio qui il senso preciso da dare al nostro tempo, il corrispondere alla grazia di Dio; ognuno di noi l’ha ricevuta e la riceve, ognuno di noi deve rendersi responsabile del dono, deve rendersi pienamente consapevole. Non si butta via nessuna cosa buona, ma la cosa più buona è la grazia di Dio. Come è stolto sciuparla! Come è stolto presumere che, abusando, ancora non succederà nulla. La grazia di Dio la dobbiamo ricevere e ci arriva nella preghiera e ci arriva nei sacramenti e ci arriva in mille modi, perché la Provvidenza di Dio è con noi, ci assiste, ci guida, ci vuole simili a Gesù. Ecco, adoperare bene la nostra vita. In questo inizio d’Avvento è un’istanza molto forte: adoperare la grazia di Dio, guardando alla Madonna come modello, come guida e ancora come aiuto, perché il Signore ce l’ha data proprio perché noi possiamo, seguendo lei, arrivare a far sì che la nostra vita sia preziosa davanti agli occhi di Dio. Questa preziosità, che viene nel fare la sua volontà, nel porre il nostro dovere, nell’essere generosi sempre. Così umilmente questa sera guardiamo a noi stessi e impegniamoci di più.

CODICE 74MVN0133ZN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 30/11/1974
OCCASIONE Omelia, Sabato XXXIV settimana Tempo Ordinario, Novena Immacolata - II Giorno
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Prudenza - vigilanza
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