01/12/1973 - Omelia Sabato XXXIV Ord Nov Imm 3

Sant'Ilario d'Enza, 01/12/1973
Omelia, Sabato XXXIV settimana Tempo Ordinario - Anno C - Novena Immacolata - III giorno

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Ger 33, 14-16; 1 Ts 3, 12- 4,2; Lc 21, 25-28. 34-36

La parola che sintetizza questo Anno Santo che cominciamo: convertirsi, perché convertirsi vuol dire cambiare modo di pensare, cambiare modo di agire, rovesciare la nostra vita.

Cambiare modo di pensare: chi accetta la parola della fede non pensa più da se stesso, ma vede le cose dal punto di vista di Dio, le vede come le vede Dio.

Cambiare modo di agire, perché dobbiamo essere informati dalla carità, dall’amore, perché “Dio è amore e chi rimane nell’amore rimane in Dio” (1 Gv 4, 16). È dunque buttare via l’egoismo, che terribilmente ci condiziona, che terribilmente ha una parte così grande nella nostra vita e perciò, nella carità, riconoscere il nostro atteggiamento verso il Padre, riconoscere che dobbiamo vivere da figli di Dio, che la nostra dignità è grandissima. Per cui col Primogenito della Chiesa, che è Gesù, vivere la nostra vocazione di sacerdoti, che lodano, che benedicono il Padre per tutti gli uomini e per tutte le creature. È perciò sentire come il nostro vero incontro si realizza nella Liturgia, incontro con Gesù, incontro per Gesù col Padre, incontro con tutti i nostri fratelli; missione universale di intercessione e di preghiera perché noi, che possiamo celebrare la Liturgia, dobbiamo portare nella Liturgia tutto il mondo. Dobbiamo portare nella Liturgia il gemito, la sofferenza, la necessità di ogni nostro fratello, di tutto il mondo, di tutti coloro che sanno o non sanno di Cristo. E perciò è vero spirito di carità che ci porta dalla Liturgia, dalla Messa a tradurre la nostra Messa nell’incontro concreto e quotidiano con i fratelli in uno spirito di riconciliazione: amarci, amarci nella pratica, amarci lavorando insieme, comprendendoci insieme, perdonandoci a vicenda, che ci porta a incontrare i nostri fratelli in uno spirito grande di aiuto, di collaborazione, di impegno. Molte cose noi possiamo, noi dobbiamo fare allora in questo Anno Santo. Quest’anno deve essere particolarmente intenso, intenso per la nostra spiritualità. Vogliamo, nella Messa e con la Messa, realizzare un vero spirito religioso, vogliamo essere più fervidi nei nostri incontri di fraternità. Una comunità unica: il nostro vicariato, una comunità che spera perché ha accettato la Parola che viene da Cristo: “Ecco, io sono in mezzo a voi” (cfr. Mt 18, 20), una comunità che lotta perché le insidie del male sono tante, una comunità in cui tutti i membri si aiutano vicendevolmente in spirito grande di fede. Noi questa sera poniamo sull’altare il nostro grande desiderio: “Venga il tuo regno”, ci ha insegnato Gesù (cfr. Mt 6, 10; Lc 11, 2). Sì, venga qui, tra noi, venga in pienezza perché, convertiti dalla sua Parola, portiamo questa Parola agli altri fratelli, perché infiammati dalla sua carità noi agiamo linearmente e fortemente, abbandonando ogni forma di ipocrisia e ogni forma di convenzionalità. Così il suo regno sempre, ricordiamo la festa imminente, per le mani di Maria Immacolata.

CODICE 73N0N0133ZN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 01/12/1973
OCCASIONE Omelia, Sabato XXXIV settimana Tempo Ordinario - Anno C - Novena Immacolata - III giorno
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Conversione
ARGOMENTI Conversione
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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