Sir 3, 2-6. 12-14; Col 3, 12-21; Lc 2, 41-52
La nostra riflessione oggi è sulla validità e sulle proporzioni che deve avere una famiglia cristiana.
La Liturgia nella prima Lettura ci dice che una nostra famiglia deve avere delle virtù umane, infatti la prospettiva posta nell’Antico Testamento, è una prospettiva di onestà e di rispetto. Nella seconda lettura san Paolo ci insegna quali devono essere le virtù tipicamente cristiane, perché non siamo solo creature umane, ma siamo “eletti di Dio, santi e amati” (Col 3, 12). E nel brano evangelico ci viene insegnato come dobbiamo sempre restare nella volontà di Dio e la perfezione della famiglia cristiana, come del resto di ogni individuo, sta nel realizzare con molto amore la volontà di Dio, anche nelle cose contrarie e difficilmente comprensibili.
Siamo dunque chiamati a riflettere, per paragonare la nostra famiglia alla famiglia di Nazaret, Gesù, Maria, Giuseppe, e per trarne motivi di santità, perché a tutti i padri è presentato come modello Giuseppe, modello di laboriosità, di semplicità, di forza, di grande disponibilità alla volontà del Signore. A tutte le madri è presentata, mirabile modello, la Madonna che ha saputo essere così teneramente madre e così soavemente sposa. E in Gesù, che “cresceva in sapienza, età e grazia” (Lc 2, 52), vediamo specialmente il modello per tutti i figli.
Noi lo sappiamo quale crisi tremenda passa in questo momento la famiglia. Noi sappiamo che il grande valore della famiglia, e della famiglia cristiana particolarmente, è messo a dura prova, perché lo si attacca da molte parti e sembra qualche cosa di superato. Ma noi, basati sulla Parola di Dio, ma noi, guardando alla famiglia di Nazaret, sappiamo che è un valore perenne, che è un valore che non solo dobbiamo saper conservare dove c’è, non solo dobbiamo sapere difendere, ma dobbiamo arricchire sempre di più e arricchirlo particolarmente in tre modi.
Primo: nell’ascolto della Parola di Dio. C’è una volontà di Dio in ogni famiglia, c’è la volontà che bisogna saper accogliere, stando in umile ascolto. La Parola di Dio nella famiglia, la lettura insieme della Parola di Dio, la comunicazione a vicenda di ciò che il Signore ha messo nel cuore. La famiglia deve sentire la sua missione così, direttamente, dalla bocca di Dio nell’indicazione di Gesù Salvatore.
E ancora nel progresso dell’amore cristiano, dell’amore nato dalla fede, dell’amore che il Signore ha fatto fiorire nel Sacramento, perché il Signore ha voluto che la famiglia si basasse su un Sacramento e fosse segno dell’alleanza tra Dio e il suo popolo e fosse dimostrazione di come Gesù ama la sua Chiesa. Dobbiamo far crescere l’amore, bisogna che sia un amore che supera tutte le difficoltà, i pesi della vita. Bisogna che sia un amore così grande, che sappia essere forte e nella sua autenticità generoso fino in fondo, l’amore dei genitori, che devono educare con energia con molta comprensione nello stesso tempo, illuminati, i loro figli. Non ama bene chi ama con debolezza, non ama bene chi ama solo in una parte. Noi lo sappiamo come alle volte si pensa più al corpo che all’anima, si pensa più a rendere questi figli contenti sul momento, senza pensare alla loro educazione per il domani. Un amore forte, un amore completo.
E ancora la famiglia deve svilupparsi e deve appoggiarsi alla grande famiglia della Chiesa. Una famiglia non basta a se stessa. È un errore pensare alla famiglia come un’isola, così, autonoma. La famiglia non può realizzarsi, non può compiere la sua missione se non nella Chiesa e con la Chiesa. Di qui l’impegno perché ogni famiglia si senta membro attivo della comunità parrocchiale, perché si edifichi la famiglia nell’unione e nella collaborazione di tutte le famiglie. Nella famiglia della Parrocchia ognuno ha il suo compito, ognuno riceve ed ognuno dà. È necessario che sottolineiamo molto questo aspetto: lavorare insieme.
E così ognuno di noi, in questa Liturgia, pensi a queste tre cose, pensi che cosa deve fare di meglio e di più per la propria famiglia nella pazienza e nella carità, nel saper comandare e nel saper ubbidire, nel saper lavorare e nel saper dare un limite al proprio lavoro, nel sapere porre tutti i valori in quella luce che il Signore vuole.
È necessario che ognuno di noi si esamini spesso, perché tante volte è proprio nella famiglia dove manchiamo di più, è nella famiglia dove facciamo pesare di più i nostri difetti.
Chiediamo alla famiglia di Nazaret questa grazia, di potere fare progredire la nostra famiglia nel bene e nella totale volontà di Dio.
CODICE | 73NVO01320N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 30/12/1973 |
OCCASIONE | Omelia, I Domenica dopo Natale, Festa Santa Famiglia - Anno C |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | La famiglia |
ARGOMENTI | La famiglia |
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