Gn 15, 1-6; 21, 1-3; Eb 11, 8. 11-12. 17-19; Lc 2, 22-40
Siamo chiamati a contemplare e ad onorare la Sacra Famiglia di Nazaret, la Trinità terrena come è stata detto: Gesù, Maria e Giuseppe.
Siamo invitati a guardare a loro come a dei modelli, perché, anche come componenti di una famiglia, sono stati di perfezione magnifica.
E siamo ancora chiamati a pregare per le nostre famiglie, per tutte le famiglie perché, lo diciamo spesso, lo diciamo con dolore quando sempre di più vediamo la verità dell’asserzione, la famiglia è malata, la famiglia ha bisogno di essere restaurata, perché la famiglia è stata voluta da Dio. Il racconto della Bibbia nella Genesi è significativo: è Dio che dà Eva in moglie ad Adamo e dice il testo: “Li benedisse e disse loro: crescete e moltiplicatevi” (Gen 1, 28).
La famiglia è malata, perché gli uomini non hanno compreso l’istituzione di Dio e per le loro sordide passioni hanno cercato un comodo e non un dovere, hanno chiamato “amore” quello che non lo era, hanno così costruito, voluto costruire una famiglia secondo un criterio opportunistico ed egoistico. E allora la famiglia non ha portato quello che doveva portare; non lo ha portato e, noi lo vediamo, quante famiglie sono sfasciate! Quante famiglie non vivono nell’amore! Quante famiglie non adempiono la loro missione! Il divorzio, l’aborto, la libertà, la non educazione dei figli. Non sto a sottolineare ciò che è ben noto a tutti, voglio solo dire che noi dobbiamo pregare molto, pregare molto perché venga il regno di Dio nelle famiglie. E noi cristiani dobbiamo saper impegnarci, sapere sforzarci per essere dei membri molto efficaci nella nostra famiglia: i genitori sentendo la loro chiamata, i figli sentendo che la loro collaborazione è strettamente necessaria. Non si è cristiani isolandosi, si è cristiani facendo nella propria famiglia quello che è il dovere di bene, di aiuto, di comprensione.
La famiglia cristiana ha per modello la famiglia di Nazaret e l’apostolato della famiglia cristiana in questa società in dissoluzione è l’apostolato primo, assoluto. Le nostre famiglie devono essere esempi di pietà, di generosità, di concordia, di senso di missione. Le nostre famiglie devono essere in primo piano nell’impegno sociale, che è l’impegno apostolico dato alla famiglia, che esprime così la Chiesa, che è la grande famiglia di tutti i figli di Dio.
Preghiera, che si traduce nell’impegno, che si traduce oggi particolarmente nel ringraziamento a Dio per quanto ci ha dato, per quanto continua ad elargirci. Dobbiamo avere il cuore gonfio di riconoscenza, sapendo quanto è prezioso avere una famiglia cristiana, quanto è prezioso ricevere da Dio l’amore vero e donarlo agli altri.
Sia perciò viva la nostra riconoscenza e sia pratica, tradotta in termini concreti e quotidiani. Il Signore ci ha dato tante grazie, ci ha dato tanto tempo: sappiamo approfittarne, sappiamo essere veramente coerenti e logici.
Nella grazia di Dio vorremo sempre fare di più, proprio perché sappiamo che il Signore è buono e che il Signore non si allontana da noi, proprio perché sappiamo che la nostra vita è preziosa, se ci impegniamo così nel tradurre la sua Parola, nel seguire la sua chiamata.
Ognuno di noi, chiudendo l’anno, faccia i propositi di bene, di rinnovamento spirituale, di generosità, particolarmente proprio nell’ambito della propria famiglia.
CODICE | 78NZO01321N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 31/12/1978 |
OCCASIONE | Omelia, Domenica fra l’ottava, Festa Sacra Famiglia - Anno B |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La famiglia nel disegno di Dio |
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