26/12/1982 - Omelia Sacra Famiglia

Sant'Ilario d'Enza, 26/12/1982
Omelia, I Domenica dopo Natale, festa della Santa Famiglia - Anno C

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1 Sam 1, 20-22. 24-28; 1 Gv 3, 1-2. 21-24; Lc 2, 41-52

“Si misero a cercarlo”. Certo, con Gesù c’è tutto e la vita di ogni uomo sta proprio lì, nel cercarlo. Ogni giorno ci è dato per cercare Gesù, ogni giorno. E la nostra ricerca dev’essere guidata dalla fede, è la fede che ci fa cercare; la fede non è il possesso glorioso, la fede è oscura e domanda una continua ricerca. Cercare Gesù, volere Gesù, metterlo nel proprio cuore, metterlo nella propria famiglia.

Vorrei che in questa festa meditassimo soprattutto su questa verità, che Gesù è tutto e che lo dobbiamo sempre cercare, e che la serenità, la pace, la missione di una famiglia sta proprio nel collocare Gesù al centro, perché tutto quello che si svolge parta da Lui e termini in Lui.

La fede è la cosa più bella e più necessaria; se lamentiamo tanti sgretolamenti nelle nostre famiglie è perché manca Gesù.

Vorrei che insistessimo nell’essere i primi in questo Cristocentrismo, fossimo i primi, i primi perché abbiamo ricevuto tante grazie, i primi perché sappiamo quale gioia sta collocata nel fondo del cuore ad ogni passo, ad ogni passo di ricerca, perché Lui si lascia cercare e premia quelli che lo cercano.

Ci mettiamo davanti un esempio, l’esempio di santo Stefano, la sua fortezza che risplende in una maniera eroica, la sua umiltà: profondamente e sicuramente egli guardava solo al Signore, la sua pazienza quanto, quanto eccezionale! Non è così? Nelle nostre famiglie abbiamo bisogno di queste tre virtù: la fortezza, l’umiltà, una fortezza che sa superare le difficoltà, sa essere serena sempre, perché la vita è combattimento e duro combattimento! Ci vuole coraggio, e il coraggio viene proprio dalla fede e il coraggio viene dal non calcolare sulle nostre energie. Ed è perciò l’umiltà che ci insegna come dobbiamo essere in famiglia, sentendo che il nostro posto è un posto che ci ha dato il Signore. “Voi - ha detto il Signore - siate come servi, perché il Figlio dell’uomo è venuto a servire” (cfr. Mt 20, 28). Umiltà e pazienza allora, umiltà che permette alla pazienza di affermarsi, la pazienza che diventa continuo esercizio di servizio umile e generoso.

Come dobbiamo guardare il nostro posto in famiglia? Lo dobbiamo guardare come la nostra prima testimonianza al Signore, come il primo frutto del nostro amore. Dobbiamo amare Dio, dobbiamo amare i nostri familiari: come lo possiamo fare se non nella fortezza, nell’umiltà e nella pazienza? Queste virtù che nascono dalla fede e si affermano nella fede!

Dobbiamo sentire che la famiglia è il posto dove noi possiamo diventare santi o possiamo diventare peccatori, dove possiamo esercitare la nostra virtù vera o dove invece il nostro egoismo trova un campo di perseverante esercizio.

Sta a noi: la via della santità, cioè della maturità cristiana, è incentrata nella famiglia. Collocare Gesù al centro è risolvere il problema vero, quel problema che in fondo sta al centro della nostra attività e del cristianesimo. Impegniamoci con la grazia: fortezza, umiltà, pazienza (*)

(*) da appunti

CODICE 82NRO01320N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 26/12/1982
OCCASIONE Omelia, I Domenica dopo Natale, festa della Santa Famiglia - Anno C
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Cercare Gesù guidati dalla fede – Cristocentrismo – Fortezza, umiltà, pazienza: le tre virtù della famiglia (e di santo Stefano)
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