17/06/1977 - Omelia Sacro Cuore

Sant’Ilario d’Enza, 17/06/1977
Omelia, Venerdì XI settimana Tempo Ordinario, Solennità Sacro Cuore di Gesù - Anno C

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Ez 34, 11-16; Rm 5, 5-11; Lc 15, 3-7

Oggi celebriamo il grande amore di Cristo per noi.

Dio ci ha amato anche con un cuore umano, non è stato solo buono con noi, ci ha amato. Altro è avere la bontà e altro è avere l’amore: la bontà è generosità, è dono, è servizio, ma l’amore dice molto di più, l’amore dice dono di se stessi, non tanto delle proprie cose, ma di sé fino a identificarsi con la persona amata.

Quando noi diciamo che Cristo ci ha amato, dobbiamo cercare di entrare fino in fondo in questa rivelazione. Cristo si è dato per noi, ha dato se stesso per noi: per questo è morto per gli empi nel tempo stabilito. Cristo è morto per noi, si è dato tutto a noi, non ci considera semplicemente dei beneficati. “Io vi ho chiamato amici”, ha detto Gesù, “perché ogni cosa che ho udito dal Padre mio l’ho fatta conoscere a voi”.

Il dono di se stesso è il dono della sua verità, è il dono della sua tenerezza, è il renderci partecipi delle sue opere, della sua salvezza, della sua azione di redenzione.

Lui ci ha amati allora nel senso pieno, nel senso più grande della parola, ha amato noi così ingrati, così poveri, così tremendamente peccatori.

Ci ha amato e, giustamente, oggi meditiamo la parabola della pecora smarrita, perché ognuno di noi sa di potersi identificare in quella pecora, sa che molte volte, nonostante tanta tenerezza e tanta dimostrazione, siamo tornati a battere le nostre strade sbagliate.

La considerazione che ci deve prendere di più è proprio in quest’ordine: lui ci ha veramente amato, ci ha amato e ci ama e anche peccatori ci cerca, per donare completamente se stesso, per renderci in un certo senso lui, diventiamo infatti il suo corpo mistico.

La conclusione è evidente, prorompe con una veemenza terribile: se lui ci ha amato così, perché noi non lo amiamo? Perché noi non corrispondiamo? Perché siamo sempre incerti, tiepidi e scendiamo sempre a compromessi? Perché il peccato è sempre lì sulla soglia della nostra anima?

Amore richiede amore, donazione richiede donazione. Ecco cosa dobbiamo promettere questa sera: una donazione fervida, fatta più di opere che di parole, fatta più nel sacrificio che in altre cose che possono piacerci, un amore forte e vigoroso, un amore che non si spaventa e un amore che vuole diffondersi.

Portare a Gesù molti cuori, portare a Gesù molte anime che lo comprendano e che lo seguano. Ecco la sostanza della devozione al Sacro Cuore di Gesù è consacrarsi a lui, cioè andare a lui secondo i suoi desideri, rivivere la nostra consacrazione battesimale che ci ha fatto suoi fratelli e membra del suo corpo, consiste nell’aiutarlo a compiere la salvezza del mondo, nell’ essere pronti sempre, in ogni occasione, nella Chiesa e come ci indica la Chiesa.

CODICE 77FGO0133AN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 17/06/1977
OCCASIONE Omelia, Venerdì XI settimana Tempo Ordinario, Solennità Sacro Cuore di Gesù - Anno C
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI L’amore di Cristo per noi
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