Ez 34,11-16; Rm 5,5-11; Lc 15,3-7
È nel cuore di Gesù il suo amore.
Questa festa è per farci riflettere, è per scuoterci, è per condurci a una determinazione coraggiosa, perché – purtroppo! – diciamo: "Lui è morto per noi" e restiamo freddi e indifferenti; diciamo: "Lui è stato trafitto, lui ha offerto tutto per noi" e stiamo pigri, e stiamo svogliati.
Questa festa ci ricorda il suo amore, il suo bruciante amore. Gesù è proprio la fornace della divina carità.
Dobbiamo lasciarci investire dal suo amore, dobbiamo scuotere la nostra pigrizia, reagire, e far sì che in ogni giornata il nostro cuore pulsi per Lui, si commuova per Lui, si entusiasmi per Lui.
Pensiamo poco. Immersi nelle nostre cose della terra, stentiamo a fare una riflessione vera, chiara, a sentire cioè come ogni giorno deve essere per noi un tratto di cammino, un tratto di cammino verso una corrispondenza serena, umile, forte alla sua premura, alla sua provvidenza, alla sua infinita carità.
Ci ama tutti. Ci ama uno per uno, anche se sa i nostri tradimenti, anche se conosce i nostri peccati; anche se sa che torneremo a peccare, ci ama ugualmente! Ci ama e ci viene incontro, vuole salvarci, vuole arricchirci nella salvezza. Vuole spandere su di noi tante grazie; anzi – vero senso della devozione – vuole che collaboriamo con Lui per la salvezza di tutti.
La devozione al cuore di Gesù non è qualche cosa che si ferma al sentimentale, non è qualche cosa che isola in un intimismo spirituale. La devozione al cuore di Gesù è la meditazione del suo amore, è la meditazione di come vuole che siamo: i collaboratori del suo amore, perché a tutti incombe la responsabilità della salvezza degli altri. A tutti! E con il sacrificio, e con la preghiera, e con la riparazione dobbiamo andare incontro a tutti i peccatori perché solo in Gesù possono trovare il significato della loro vita e raggiungere la vera felicità.
Promettiamo quindi a Gesù di essere molto attivi, molto pronti nella collaborazione generosa di ogni giorno, in modo speciale quando partecipiamo alla messa, perché nella messa abbiamo Gesù vivo, abbiamo Gesù redentore nell’atto di offrirsi al Padre.
Noi dobbiamo unirci a Lui e sentire che non possiamo isolarci, che non possiamo chiamarci suoi veri servi se non ci imponiamo la redenzione anche come un’opera nostra. Collaborare vuole dire dare. Promettiamo quindi al cuore di Gesù di dare, di dare volentieri, di dare con tutto il cuore, di dare in ogni circostanza, soprattutto in quelle cose che ci pesano di più.
Collaborare vuol dire saper presentare nella messa la nostra parte, una parte generosa e fedele. Domandiamo alla Beata Vergine che ci aiuti a farci veri devoti del cuore di Gesù.
CODICE | 89F1O01337N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 2/06/1989 |
OCCASIONE | Omelia, Solennità Sacratissimo Cuore di Gesù |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | L’amore del Cuore di Gesù; la vera devozione al Sacro Cuore |
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