Is 49,1-6; At 13, 22-26; Lc 1, 57-66.80
L’elogio di san Giovanni Battista l’ha fatto Gesù. Gesù ha detto: “Non è venuto nessuno ancora più grande di Giovanni Battista” (cfr Mt 11, 11; cfr. Lc 7, 28). La grandezza di Giovanni Battista allora è di una sicurezza totale: ha la testimonianza di Gesù. A lui dobbiamo guardare come a un protettore, come a un esempio, come a uno sprone. Giovanni fu illuminato, Giovanni fu forte, Giovanni diede la vita per la verità. Il suo esempio ci deve battere profondo nell’anima. Giovanni amò Gesù. Lo amò di un amore veramente immenso. Per questo lo testimoniò e lo indicò a tutti e disse: “Ecco l’Agnello di Dio. Ecco colui che toglie i peccati del mondo” (Gv 1, 29). Lo indicò e non ebbe paura e non ebbe esitazione e non ebbe alcun indugio. Lo testimoniò.
È questo che vogliamo raccogliere da lui: vogliamo anche noi trovare Gesù e vogliamo anche noi testimoniarlo.
Ma dove lo troviamo Gesù?
Gesù lo troviamo vivo, reale nella sua Chiesa. È nella Chiesa dove si trova Gesù. Dicevano con trepidazione i primi discepoli: “Abbiamo trovato il Messia” (Gv 1,41). Si trova nella Chiesa, perché la Chiesa è il Corpo stesso di Gesù, è il suo Corpo Mistico. Gesù vive ed opera nella Chiesa. Ecco perché dobbiamo amare la Chiesa. Ecco perché dobbiamo seguire la Chiesa. Ecco perché dobbiamo essere i testimoni della Chiesa. Dobbiamo vivere intensamente questa realtà. Ma come gli occhi degli Ebrei erano chiusi e nonostante la testimonianza di Giovanni non riconobbero Gesù, che non succeda altrettanto per noi! Non accada che vediamo nella Chiesa solo la parte esteriore, la struttura e ci fermiamo a una considerazione di persone.
La Chiesa è un mistero, un mistero che continua l’Incarnazione di Gesù, che continua la sua opera meravigliosa di salvezza. Dobbiamo amare la Chiesa, dobbiamo difendere la Chiesa, dobbiamo far capire a quelli che hanno gli occhi deboli che lì è Cristo. E quando diciamo: “Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica” (cfr Simbolo niceno-costantinopolitano), diciamolo proprio con tutto il cuore, diciamolo con tutta la vivacità dell’anima nostra.
“Io credo nella Chiesa”, credo cioè che Gesù non ci ha lasciati, che le sue parole sono vere: “Ecco, io sono con voi fino alla fine dei secoli” (Mt 28, 20). È con noi perché c’è la Chiesa. È con noi perché dobbiamo col suo aiuto operare nella Chiesa e testimoniarla al mondo. Vorrei perciò questa sera che chiedessimo questa grazia a Giovanni Battista: essere dei degni membri della Chiesa, di testimoniarla col nostro esempio, con la nostra parola, con la nostra azione. Vedere la Chiesa non un’astrazione, non in un discorso vago e incerto ma vedere la Chiesa presente tra di noi, vedere la parrocchia che è l’ultima terminazione della Chiesa. Amare la parrocchia. Aiutare la parrocchia. Servire nella parrocchia. Essere pronti, disponibili, sereni.
Questa vuole essere la grazia che chiediamo. Questo vuole essere un impegno reale che ci assumiamo: essere membri attivi della parrocchia, respirare insieme alla parrocchia, agire in tutte le opere di bene cui siamo chiamati per testimoniare.
CODICE | 86FPO0133BN |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 24/06/1986 |
OCCASIONE | Omelia, Solennità Natività san Giovanni Battista |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La figura del Battista; amare la Chiesa e la parrocchia |
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