Is 7,10-14; Eb 10,4-10; Lc 1, 26-38
Il mistero dell’Annunciazione del Signore lo dobbiamo considerare soprattutto come un mistero di amore. L’amore del Padre che ci dona suo Figlio. Ce lo dona domandando al Figlio il sacrificio più grave: esinanito, reso una piccola creatura, Lui, il Verbo di Dio. Fatto una piccola creatura che poi, dopo una vita di povertà, di umiliazione, di sofferenza, deve terminare sulla croce. Dio Padre consegna suo Figlio alla morte; dirà, come sintesi di tutto il messaggio, l’apostolo san Giovanni, così il Padre ha amato il mondo: ci ha dato suo Figlio. Un mistero di amore è ancora in Gesù che accetta la volontà del Padre e si offre in pienezza, così come abbiamo letto nella lettera agli Ebrei: “Ecco, io vengo per compiere, o Dio, la tua volontà”. Un’obbedienza totale al Padre, un’obbedienza di profondissima carità, un’obbedienza fino all’effusione del sangue. Dirà nell’orto degli ulivi: “Non la mia volontà, ma la tua, o Padre!”. Gesù sacrifica la sua volontà perché ha sacrificato la sua intelligenza. L'obbedienza infatti è sacrificio di intelligenza. Non sceglie Lui il suo piano, Gesù. Non sceglie Lui la sua strada per salvare gli uomini. Si abbandona completamente alla volontà del Padre. Un mistero d’amore nella Beata Vergine, che collabora sacrificando tutta se stessa: aveva coltivato i suoi ideali, il Signore li sorpassa. Ella dice di sì. Diventerà madre. Avrà tutte le incombenze di una maternità difficilissima. Pensate: non è facile per nessuna madre allevare dei figli, ma per Lei si trattava di allevare il Figlio di Dio! Avete sentito cosa ha detto l’Angelo: “Sarà grande questo Figlio. Sarà chiamato Figlio dell’Altissimo. Sarà re. Gli darà il trono di Davide suo padre. Regnerà. Il suo regno non avrà fine”. I compiti di Maria sarebbero insufficienti per delle forze di angeli. Maria sa che il suo compito è tremendamente difficile. Maria, per amore al Padre, per amore agli uomini che vuol collaborare a salvare, dice di sì. E il suo è un atto profondo di obbedienza. “Eccomi, sono la serva del Signore. Avvenga di me quello che hai detto”. Cogliamo anche noi questo profondo insegnamento di amore, costituendo, a imitazione di Maria, la nostra vita nella vera carità al Signore, nel vero amore che è rinnegare la nostra volontà per accettare la volontà di Dio. Preferire ciò che piace a Dio a ciò che piace istintivamente a noi. Preferire ciò che in qualche maniera è una scelta nostra alla scelta di Dio. Quante occasioni! Le tentazioni ci sono ogni giorno. Quante forme di stanchezza, di pigrizia spirituale, di indolenza, di evasione dai nostri doveri! Quante volte la preghiera rischia di diventare senza significato! Quante volte la nostra vita di partecipazione alla liturgia si infiacchisce e diventa vuota! Quante cose dobbiamo superare nell’ordine della carità, della comprensione, della sincerità! Il Signore domanda a noi di continuare la collaborazione che ha dato Maria all’opera della salvezza, di continuare con forza, di continuare con generosità, di continuare con un perfetto senso di abbandono in Dio. Ognuno di noi deve migliorare se stesso. Ognuno di noi deve trovare con più chiarezza le sue proporzioni di cristiano. Ognuno di noi deve vincere sempre di più tutte le forma di egoismo per porre la propria vita spirituale nel vero centro. Il cristiano vede con la fede, desidera con la speranza, realizza nella carità. È proprio san Paolo che ci ha dato nella lettera agli Efesini il grande insegnamento: fare la verità nell’amore. Ecco, devono essere proprio gli elementi che noi curiamo in maniera straordinaria perché possiamo fino in fondo essere a servizio del buon Dio per la salvezza del mondo.
CODICE | 74CQQ01343N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 25/03/1974 |
OCCASIONE | Omelia, Solennità Annunciazione |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAP | CREDITS