25/03/1983 - Omelia Solennita Annunciazione

Sant’Ilario d’Enza, 25/03/1983
Omelia, Solennità Annunciazione

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Is 7,10-14; Eb 10,4-10; Lc 1, 26-38

“E il Verbo si è fatto carne e ha preso dimora tra di noi”.

È il mistero che adoriamo, è il mistero che contempliamo amando. Dio ci ha così amati da venire in mezzo a noi ed è venuto in mezzo a noi per mezzo del sì di Maria Vergine e ha voluto, così, essere in tutto simile a noi, simile a noi perché voleva prendersi le nostre infermità, voleva addossarsi i nostri peccati e voleva dare all’uomo il senso della vita, voleva dare il perché della tribolazione, voleva dare, soprattutto, dare l’amore. Come si ama, gli uomini dovevano capirlo da Lui, dalla Sua parola e dal Suo esempio.

Ed ecco che noi in questo mistero dobbiamo sapere mettere tutta la nostra buona volontà, mettere cioè a disposizione della grazia del mistero tutta la nostra disponibilità. Mettere quanto per noi il Signore domanda e richiede, per la santificazione di ogni nostra anima, per la nostra santificazione comunitaria, per il bene di tutto il mondo.

Noi, accogliendo la grazia del Signore, vogliamo farla fruttificare con l’intercessione della Madonna, della sua soave azione e protezione, in quella magnifica, meravigliosa realtà, per cui anche noi possiamo essere formati dalla Madonna ed essere anche noi degli altrettanti Gesù. Come la Madonna ha formato nel suo grembo Gesù, vuole formare ognuno di noi, perché abbia i lineamenti e la fisionomia del Cristo, perché possa essere una rinnovazione del Cristo, perché porti sempre quello che ha portato Cristo di vero amore a tutti, di vera salvezza per l’intero mondo.

E tanto più quest’anno che incomincia un tempo così prezioso. Dire Anno Santo è annunciare un tesoro, un tesoro che il santo padre ci ha largamente aperto. E il tesoro è soprattutto questa facilità di grazia, una facilità di rinnovamento: riconciliarci con Dio, abbandonare i nostri peccati, vincere le angolosità dei nostri difetti, vincere i nostri egoismi, diventare autenticamente di Dio, senza compromessi, senza oscillazioni, senza stanchezze. Realizzare un vero cristianesimo in noi e con gli altri, in noi e per il mondo, per la pace del mondo, per il rinnovamento della società, perché dobbiamo sentire quello che ci dice il Signore: “Io vi ho mandato. Andate”. Un cristiano è uno che è mandato e deve eseguire la sua missione con serenità e con forza.

Vorrei che soprattutto su questo fosse la nostra vera riflessione, soprattutto su questo. Attraverso tutti i mezzi che ci verranno dati in quest’Anno Santo: c’è il Congresso Eucaristico Nazionale e nostro parrocchiale, al quale ci dobbiamo preparare perché si avvicina il Corpus Domini, attraverso l’esercizio più vivo delle forme penitenziali e attraverso anche l’acquisto della indulgenza, detta del giubileo, che da oggi si può acquistare a quelle determinate condizioni che sono state pubblicate e che esporremo poi perché tutti possano prenderne motivo di un gran bene per sé stessi e un gran bene per le anime del purgatorio, perché l’indulgenza plenaria può essere applicata a un’anima del purgatorio. Ci sono dei modi di acquistare l’indulgenza individuali: uno privatamente visita una chiesa, indicata dal vescovo, il vescovo ne ha indicate alcune nella diocesi oltre la cattedrale: la chiesa dei padri cappuccini a Reggio, qui vicino a noi la chiesa della Beata Vergine dell’Olmo e medita sulla sua fede, la rinnova recitando il Credo e il Padre nostro e pregando secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. Si può acquistare un’indulgenza, una ogni giorno. Lo scopo è evidente: attraverso la meditazione uno acquista più sensibilità alla parola di Dio e pone le sue opere come purificazione e motivo di rinnovazione. Ci sono poi delle celebrazioni comunitarie a cui, durante quest’anno, è annessa l’indulgenza giubilare. A livello parrocchiale il vescovo indica le Messe di chiusura delle missioni, di un corso di esercizi spirituali; le Messe solenni nella festa patronale o nella festa mariana principale della parrocchia; la Messa dove è presente il vescovo; la celebrazione comunitaria del battesimo, della cresima, dell’unzione degli infermi, del matrimonio, a condizione che siano veramente comunitarie e partecipate attivamente dall’assemblea; la veglia eucaristica, nella notte del giovedì santo, se fatta in forma comunitaria; la veglia pasquale; un tempo di adorazione eucaristica comunitaria, della durata di almeno un’ora nei giorni delle quarantore.

Ecco ci sono molte esemplificazioni. Indicano che facilità, che abbondanza e come siamo impegnati per far sì che davvero noi possiamo in quest’anno fare dei passi più grandi, dei passi più celeri, verso quella vita cristiana autentica che il Signore domanda da noi.

Il Signore aiuti con la Sua abbondantissima grazia, perché ognuno di noi, in quest’anno, possa proprio essere convertito.

CODICE 83CQQ01344N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 25/03/1983
OCCASIONE Omelia, Solennità Annunciazione
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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