24/11/1985 - Omelia Solennita Cristo Re Fidanzamento

Sant’Ilario d’Enza, 24/11/1985
Omelia, XXXIV Domenica Tempo Ordinario, Solennità N.S.G.C. Re Universo Anno B - Fidanzamento

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Dn 7, 13-14; Ap 1, 5-8; Gv 18, 33-37

Questa è soprattutto una festa di gioia, che ci afferma una grande verità, una verità che consola: non è il male che trionferà, è il bene. Quante volte ci prende lo sgomento a pensare a tutto il male prepotente che c’è nel mondo, a tutta l’ingiustizia, a tutta l’oppressione, a tutto il rigetto che si fa delle leggi più sante.

Oggi diciamo: Cristo è Re! È lui che comanda, è lui che conduce, è lui che guida l’umanità, e vincerà. E chi è con lui parteciperà alla sua gloria e al suo trionfo. Trionferà!

La virtù della speranza parla oggi in una maniera molto forte: chi può resistere al suo potere? Chi è escluso dalla sua bontà? Il Signore è magnifico Re, è misericordiosissimo Redentore.

Animiamoci dunque a combattere il male in noi stessi e attorno a noi.

Combattiamolo in noi stessi, vincendo le nostre tentazioni e saldando le nostre posizioni quando, sotto la spinta della passione, diventano vacillanti.

Diventiamo buoni con tanta sicurezza, diventiamo più buoni. Diventiamo più generosi: il bene resta in eterno. Diventiamo più sereni nella nostra vita di ogni giorno, prendendo con fede le nostre difficoltà e i nostri travagli. Cerchiamo di animarci sempre.

Ha detto il Signore: “Sforzatevi di entrare, perché la porta è stretta” (cfr. Lc 13, 24). Capiamo che cosa ci ha voluto insegnare: dobbiamo dimostrare che veramente lo amiamo e siamo suoi, che la vita è data perché sia una prova. Dopo questa prova, coloro che sono stati fedeli parteciperanno per i secoli a un gaudio che non tramonta, che non ha confini, perché è il gaudio stesso di Dio. Per il Battesimo siamo stati fatti suoi figli e i figli entreranno nella casa del Padre e parteciperanno di tutta la ricchezza della casa del Padre.

Animiamoci allora a fare bene le nostre cose, a non essere degli svogliati e degli inconcludenti, a non essere di quelli che non vogliono un servizio generoso e pieno al Signore, che vogliono solo apparire. Il Signore ha l’occhio su di noi e il suo amore non viene meno.

Ecco perché dobbiamo affrettare il passo ed essere veramente, nella pienezza del termine, suoi. Suoi nella preghiera, suoi nell’esercizio delle virtù, suoi nel nostro posto nella società, suoi dando testimonianza a lui.

Non siamo dei cristiani pavidi e timidi, non siamo dei cristiani che fuggono le responsabilità. Siamo dei cristiani schietti e forti, dei cristiani generosi e coraggiosi.

Siamo dei cristiani che dicono: “Signore, noi siamo piccoli e poveri, ma vogliamo dire a tutti che ti riconosciamo Signore, che la tua parola è quella risolutiva nella vita. Noi vogliamo dire a tutti che ti seguiremo fino in fondo, che in tutto realizzeremo, per quanto sta in noi, il tuo regno, perché il tuo regno è l’unico che resterà e trionferà per i secoli”.

CODICE 85MPO0133ZD
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 24/11/1985
OCCASIONE Omelia, XXXIV Domenica Tempo Ordinario, Solennità N.S.G.C. Re Universo Anno B - Fidanzamento
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
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