2Sam 7,4-5. 12-14. 16; Rm 4,13. 16-18. 22; Mt 1,16. 18-21. 24
Il Vangelo non ci registra nessuna frase sua. Di lui è detto semplicemente che ha ubbidito e che ha servito. È stato vicino alla Madonna, alla Madonna che aveva in san Giuseppe lo sposo ideale, è stato vicino a Gesù e lo ha protetto. Poi è scomparso. Il Vangelo non ci dice quando è morto. Il Vangelo non ci racconta più nulla di lui. Ha servito. Eppure proprio in questo silenzio, in questo servizio noi scopriamo delle proporzioni notevolissime. E per questo la Chiesa lo chiama il suo patrono universale, per questo nel Canone della messa mettiamo il suo nome davanti a quello dei Santi Apostoli, davanti al nome di Pietro e di Paolo, che pure sono stati le grandi colonne della Chiesa. E mi pare che sul suo esempio dobbiamo confrontare la nostra vita, cioè la nostra conversione deve essere in questo ordine: vedere i veri valori della vita. Vedere i più grandi valori della vita. Vedere nella vita nostra quello che è essenziale e quello che è secondario. Perché è facile fare confusione e mettere le cose così come vengono, senza un ordine e senza un criterio di importanza. San Giuseppe ci dice che vale fare la volontà di Dio, che la misura della santità non sta nel moltiplicare le cose esteriori, quelle che attirano l’attenzione e il plauso degli altri. Che il valore fondamentale sta nel compiere bene tutti i giorni quello che chiamiamo il nostro dovere, cioè il fare questa volontà del Padre nostro, il farla, questa volontà, con molto amore e con molta generosità. Non ci si domanderà conto se abbiamo fatto quello o quell’altro. Non ci domanderà conto il Signore se abbiamo risolto dei grandi problemi, se abbiamo detto delle parole importanti, se abbiamo riscosso l’ammirazione degli altri, se gli altri ci hanno considerato una persona ragguardevole. Il Signore ci domanderà conto di come abbiamo fatto, giorno per giorno, quello che Lui ci chiedeva. “Sia fatta la tua volontà” dobbiamo dire al mattino e quando siamo arrivati alla sera dobbiamo semplicemente guardare come abbiamo fatto questa volontà. Il Signore ha su di noi un suo disegno di grazia, un suo piano di amore e vuole che ognuno di noi stia al suo posto e faccia quello che deve fare per sé, per gli altri, in quel particolare incarico o in quella determinata misura che Lui ha significato alla nostra coscienza. È la nostra coscienza allora che ci deve guidare e ci deve dare il senso giusto di ciò che dobbiamo compiere, di ciò che dobbiamo lasciare. San Giuseppe ci insegna che ogni giorno la nostra gioia deve essere questa: fare la volontà di Dio. Ci insegna che non dobbiamo proporci nessun'altra cosa, ma questo servizio umile al Signore e al nostro prossimo, ma questo servizio di bontà, di generosità, di carità, di comprensione, di aiuto. Ogni giorno. Anche se i giorni si assomigliano. Anche se sono sempre le stesse cose da fare. Anche se la nostra vita non attira nessuna attenzione. Anche se sembra una vita molto comune diventa una vita veramente straordinaria perché basata proprio su quel punto base, su quella roccia che è la Parola di Dio. Quella Parola di Dio significata a noi, comunicata a noi, quella Parola di Dio che noi dobbiamo avere il coraggio e l’onore di compiere totalmente nella nostra esistenza.
CODICE | 74CIQ01342N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 19/03/1974 |
OCCASIONE | Omelia, Solennità San Giuseppe |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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