19/03/1983 - Omelia Solennita San Giuseppe

Sant’Ilario d’Enza, 19 marzo 1983
Omelia, Solennità San Giuseppe

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2Sam 7,4-5. 12-14. 16; Rm 4,13. 16-18. 22; Mt 1,16. 18-21. 24

Dobbiamo avere tanta venerazione per San Giuseppe; dobbiamo avere tanta stima, tanta confidenza nel suo patrocinio. È stato uno degli uomini più grandi di tutta la storia, uno degli uomini più grandi di tutti i tempi, eppure è stato, nella volontà di Dio, l'uomo del silenzio. Di lui non abbiamo nemmeno una parola. Il Vangelo non ci riporta nemmeno una frase. Ha taciuto, ha servito, ha amato.

Giuseppe ci è presentato dal Vangelo soprattutto come uomo del servizio, l'uomo che sa vivere giorno per giorno del suo dovere, che sa serenamente portare il suo peso.

È stato scelto fra tutti i santi perché di una santità sublime, perché doveva essere lo sposo adatto, pronto, delicato e santo di Maria Santissima. Vero sposo, non sposo fittizio; vero sposo. E l'amore tra lui e la Madonna è modello di ogni amore coniugale. L'amore vicendevole era tale da darci un’idea di come devono essere tutti i matrimoni.

Gesù lo ha chiamato «padre» e lui ha comandato a Gesù, ha difeso Gesù e ha saputo unire la sua autorità e la sua dignità di padre con la sua immensa venerazione per Gesù.

Vorrei che capissimo come ogni giorno anche noi siamo chiamati al servizio, come ogni giorno siamo chiamati a fare bene il nostro dovere, siamo chiamati a farlo con perseveranza, con umiltà, senza spazientirci, senza lamentarci, senza cercare di scrollarci di dosso il peso nostro e buttarlo sulle spalle degli altri.

Dobbiamo imparare da san Giuseppe questo servizio confidente, ad unire l’ammirazione con la tenerezza, ad unire la nostra disponibilità con la nostra vera, continua progressione di virtù.

Vorrei che noi imparassimo da San Giuseppe a collaborare alle opere grandi.

Noi in parrocchia dobbiamo indubbiamente crescere in questa devozione. Al suo nome abbiamo intitolato la Scuola Materna; a lui abbiamo affidato questo problema che ci sta tanto a cuore; da lui dobbiamo domandare l'aiuto per poter edificare e poter insistere in quella regola di educazione forte e viva che parte nella formazione fin dai primi anni.

A San Giuseppe dunque dobbiamo domandare, a San Giuseppe allora dobbiamo saperci affidare. Possiamo, attraverso la nostra fede, ricordare che anche per noi può verificarsi quello che diceva santa Teresa d’Avila: “Non ho mai chiesto una grazia a san Giuseppe senza averla ottenuta”.

Abbiamo bisogno del servizio di Dio, abbiamo bisogno di essere capaci dell'opera di evangelizzazione. Poniamo ancora una volta nel suo cuore di padre, di protettore della Chiesa, la protezione particolare della nostra parrocchia.

CODICE 83CIQ01343N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 19 marzo 1983
OCCASIONE Omelia, Solennità San Giuseppe
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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