At 12, 1-11; 2 Tm 4, 6-8. 17-18; Mt 16, 13-19.
Onoriamo con tanta venerazione, con tanto affetto, con tanto desiderio i due Principi degli apostoli, che hanno fondato la Chiesa con il loro sangue. Quanto è stata la loro fede! Quanto è stato grande il loro amore! Tutto hanno dato a Gesù! Tutto. Non hanno risparmiato alcuna cosa. Tutto hanno dato per il suo amore, per la sua gloria, per il bene delle anime dei loro fratelli. Oh quanto sono grandi, quanto sono meravigliosi questi Principi della Chiesa dei secoli! In ginocchio davanti a loro, dobbiamo chiedere una partecipazione alla loro fede e al loro amore, una partecipazione alla loro consacrazione alla Chiesa, al trionfo del Regno di Dio, alla suprema grandezza, unica grandezza che vale, quella della gloria del Signore.
È proprio in questo amore alla Chiesa dove noi dobbiamo crescere, dove noi dobbiamo irrobustirci. Consacrarsi al Signore è consacrarsi alla Chiesa. Consacrarsi vuol dire vivere potentemente il proprio Battesimo e il nostro Battesimo ci ha innestato nella Chiesa, ci ha resi membri, ci ha resi responsabili. Un grande amore alla Chiesa, un grande spirito di dedizione! Noi lo sappiamo che, troppo spesso, si trovano dei cristiani che pretendono di costruirsi un Cristianesimo secondo la loro misura, ma vi è un unico Cristianesimo: quello che ci è arrivato da Gesù mediante gli apostoli; c’è un’unica maniera per realizzare il Cristianesimo: quella di viverlo operando nella Chiesa.
Chiediamo allora stasera questa grazia: la grazia di amare la Chiesa, di amarla nel Papa e nel Vescovo, di amarla nella nostra parrocchia, coi nostri fratelli che condividono con noi la Parola di Dio e l’Eucaristia, di amare e di sapere rinunciare a tante nostre individualità, per collaborare con tutti i nostri fratelli alla crescita, alla manifestazione, al trionfo di santa Chiesa. Cristo vince, Cristo regna, Cristo impera attraverso la Chiesa, attraverso di noi.
In questo si deve affermare e in questo poniamo i propositi di essere attivi, pronti, generosi, pronti all’opera, pronti al perdono, pronti a dare il nostro tempo e le nostre cose perché, ce lo dicono gli apostoli, la Chiesa cresce attraverso il nostro sacrificio e la nostra oblazione.
Oggi indichiamo anche il tema di impegno e di studio di quest’anno. Un tema che da oggi prenderemo a cuore, studieremo e rifletteremo, perché ricorderemo le parole di Gesù: “Vi ho posto perché portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15,16). E il tema quest’anno sarà necessariamente il tema della Beata Vergine nel bimillenario della sua nascita. Sarà l’anno in cui più particolarmente saremo con Lei, soprattutto sarà l’anno del Rosario. Quest’anno dobbiamo imparare a dire il Rosario. Troppe volte il Rosario è recitato meccanicamente, troppe volte il Rosario è recitato in fretta. Quest’anno impareremo meglio la devozione alla Madonna, impareremo cioè meglio a entrare nel Cuore di Gesù e nel Cuore di Maria, attraverso la meditazione dei misteri. Sarà la nostra fortezza, sarà la nostra gioia, sarà il santo quotidiano nostro impegno.
La Beata Vergine accolga la nostra intenzione e la nostra offerta e, per l’intercessione dei santi Pietro e Paolo, ci doni la grazia di essere perseveranti, studiosi, soprattutto ricchi di amore e di devozione.
CODICE | 84FUO0133BN |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 29/06/1984, |
OCCASIONE | Omelia, Solennità dei Santi Pietro e Paolo |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Amare la Chiesa fondata da Cristo sugli apostoli; annuncio nuovo tema: «Anno del Rosario» |
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