29/06/1988 - Omelia SS Pietro e Paolo

Sant’Ilario d’Enza, 29/06/1988
Omelia, Solennità Santi Pietro e Paolo

At 12,1-11; 2 Tm 4,6-8.17.18; Mt 16,13-19.

Celebriamo con fede la festa dei santi Pietro e Paolo perché sono i nostri protettori, perché sono potenti davanti a Dio, perché sono un grande esempio per noi, l’esempio di come si ama Gesù. Tutto, in fondo, si riduce a questo: a un incontro di amore con Gesù.

Diceva san Pietro: “Signore, tu sai tutto; tu lo sai che io ti amo” (Gv 21,17). E Gesù gli predisse cosa avrebbe fatto per amore: una tribolazione, una persecuzione, una sofferenza così, tutta la vita, fino al martirio, fino alla croce.

San Paolo gridava: “Chi mi separerà dall’amore di Cristo?” (Rm 8,35). E san Paolo racconta quale fu la sua conversione, quali le conseguenze di quest’incontro personale con Gesù che gli fece cambiare la vita e lo fece diventare l’apostolo di tutti i popoli, l’apostolo che ha sofferto tanto, che ha sperimentato varie forme di martirio fino alla conclusione: “Il mio sangue sta per essere versato in libagione” (2 Tim 4,6). Era un sacrificio totale, umile e forte.

Per questo amore a Gesù hanno amato la Chiesa. Un amore totale: si sono dati tutti per la Chiesa, fino in fondo, incontrando tante difficoltà, tanta incomprensione, tanta varietà di pesi. Hanno preso tutto per amore della Chiesa. Anche ora, sono davanti a Dio per intercedere per la Chiesa, perché la Chiesa possa compiere in pienezza il suo compito e attraverso il Papa, attraverso i vescovi possa essere governata per un vero tributo di ossequio, un vero tributo di amore.

Vogliamo anche noi invocare i santi, perché benedicano la nostra comunità parrocchiale, perché possiamo sentire come siamo parte viva della Chiesa e come dobbiamo comportarci in tutte le occasioni.

Vogliamo essere fortemente aiutati a realizzare un vero senso della Chiesa, un operare con la Chiesa, un operare con fortezza, un operare con perseveranza, un operare con umiltà.

Quest’anno ci impegniamo proprio per questo. Terminato l’«anno mariano», vogliamo unirci alla Chiesa nella celebrazione della liturgia, perché la liturgia è la prima opera della Chiesa. Dobbiamo saper pregare con la preghiera piena – la preghiera liturgica –, e vogliamo adoperarci perché possiamo fuggire tutte le forme d’individualismo, tutte le forme egoistiche che fanno chiudere tante, tante porte e sciupano tante grazie.

Invochiamo i santi perché ci benedicano e la nostra comunità possa fare un altro passo nella comprensione del vero spirito della Chiesa in un’offerta generosa, completa, quotidiana.

CODICE 88FUO0133BN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 29/06/1988
OCCASIONE Omelia, Solennità Santi Pietro e Paolo
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE
ARGOMENTI “Anno della Liturgia”
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

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