Dt 4,32-34. 39-40; Rm 8, 14-17; Mt 28, 16-20
La festa ci porta una ricchezza incredibile; siamo chiamati a contemplare quell’oceano di luce, quell’oceano infinito di amore. Gesù ci ha rivelato la Trinità e ci ha detto che Dio è tanto Verità che in Lui la Verità è una Persona; che è tanto Amore, che in Lui l’Amore diventa Persona.
Contemplare, ammirare, adorare: è questo l’atteggiamento di noi, piccole creature, ma ammessi alla conoscenza del vero Dio, ammessi a conoscere Dio ed ad amarlo come Egli stesso si conosce e si ama.
La festa della Santissima Trinità riunisce in se stessa tutte le feste, proprio perché ci porta al vertice e ci fa così entrare in comunione con l’unico vero Dio in tre Persone distinte, festa che deve allora erudirci completamente, perché troppo spesso noi cristiani non centralizziamo sufficientemente, ci disperdiamo in devozioni particolari, in forme piccole e alle volte sgraziate. Abbiamo bisogno da questa festa di sentire con quanta forza il nostro credo ci porta alla contemplazione e all’unione con l’unico vero Dio. Oh sì, con l’unico vero Dio! Ha detto Gesù: “Se uno mi ama, anche il Padre lo amerà e verremo da lui - sentite, verremo, da lui - e faremo dimora presso di lui” (Gv 14, 23). Non è qualche cosa di esteriore: è qualche cosa di profondamente e incredibilmente interiore.
La Santissima Trinità viene a noi: l’unica condizione è l’amore, l’unica condizione per cui l’uomo viene ad essere appartenente alla famiglia divina. Ricca, meravigliosamente ricca allora è questa festa per tutto il popolo cristiano.
E un matrimonio celebrato in questa festa riceve una luce e una connotazione specialissima. Perché? Perché si verificano le parole del Signore. Pensate al vostro amore che offrite alla Trinità, al vostro amore che consacrate a Lei; pensate che le parole di Dio sono infallibili: “Verremo e faremo dimora”. La vostra famiglia non è solo consacrata: diventa tempio, diventa altare, diventa magnifica realtà che passa i termini umani e si pone così, nel più alto del divino.
E’ logico allora che la vostra consacrazione ci permette, e ci permette con molta gioia, di farvi i nostri auguri, perché gli auguri, per noi cristiani, non sono dei suoni, tanto meno sono delle formalità; gli auguri, posti in Gesù, diventano un auspicio certo. Noi vi auguriamo di vivere così nella luce di Dio, nella luce che viene dalla Trinità, cioè vivete di fede, vivete sempre con la fede. La fede sia il principio non solo del vostro agire, sia il principio anche del vostro pensare, del vostro sentire, del vostro amare, per cui noi vi auguriamo questa luce viva, questa luce meravigliosa. Senza la fede, la vita nostra non ha senso; più c’è la fede, più il senso si matura e si afferma.
Vi auguriamo allora che il vostro amore cresca sempre di più, nelle cose facili e nelle cose difficili, nella serenità di una vostra vita e nel dovere e nell’impegno che ogni vita umana e cristiana richiede.
Amatevi in loro, amatevi con potenza, amatevi con generosità, amatevi ponendo il vostro amore alla base di tutto il vostro essere e di tutto il vostro comunicare.
Amatevi come il Signore vi ha insegnato, come il Sacramento che state per ricevere ve ne dà la grazia. Amatevi!
E un terzo augurio è l’augurio del dono. La vostra famiglia che sorge vuole innestarsi nella santa Chiesa di Dio; volete che il vostro matrimonio sia dono alla Chiesa, sia dono a coloro che sono nella Chiesa e non sono nella Chiesa, sia un dono generoso, attivo, concreto, fervido. Sentite il vostro impegno nella società e nella Chiesa come un impegno che Dio stesso vi dà, che vi sottolinea, che vi accompagna con un’abbondanza di aiuti. E così, stretti vicino all’altare, realizzeremo e realizzeremo con grande forza la comunità Chiesa, che crede e spera, e spera tanto e ama.
CODICE | 82F5O01339E |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 06/06/1982 |
OCCASIONE | Omelia, I Domenica dopo Pentecoste, Solennità Santissima Trinità - Anno B - Matrimonio |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale, |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Conoscere e amare Dio in tre Persone – Far parte della Famiglia divina – La famiglia: tempio, altare, dono alla Chiesa |
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