Es 34, 4-6. 8-9; 2 Cor 13, 11-13; Gv 3, 16-18
MESSA ORE 8, 30
La più grande rivelazione che ha fatto il Signore è quando ci ha parlato del Padre suo e ci ha svelato questa vita intima di Dio. Ci ha dato una grande cosa, perché noi siamo chiamati ad entrare in questa famiglia. Noi, per mezzo del Battesimo, siamo diventati figli di Dio, abbiamo avuto una precisa collocazione nella Trinità con il Figlio; per cui, non semplicemente per una astrazione, non per una certa quale analogia o somiglianza, ma in verità noi chiamiamo “Dio nostro Padre”. Siamo soliti dire: noi siamo figli nel Figlio, cioè noi siamo stati redenti dal Signore Gesù e siamo stati fatti membra del suo corpo. Insieme con Gesù noi formiamo una vera unità, uniti tutti, non solo siamo separati da quelli che non hanno questa grazia perché non l’hanno voluta, ma di fronte al Padre abbiamo una posizione specialissima, proprio la vera nostra posizione di figli.
Su tre cose direi dobbiamo particolarmente riflettere.
La prima: la grandezza del nostro Battesimo. Ci ha fatto grandi il Signore perché ci ha dato la sua grazia. Ci ha fatto grandi il Signore perché in ogni uomo abita la Santissima Trinità, quando quest’uomo ha avuto la grazia di essere innestato in Cristo.
Seconda cosa: la nostra preghiera non può essere solo una preghiera di domanda, la nostra preghiera deve essere prima di tutto una contemplazione, cioè vedere Dio, cioè ammirare l’infinita grandezza di Dio. Uno sguardo pieno d’amore è la contemplazione. Cioè, la nostra preghiera deve portarci ad un autentico incontro con Dio, ma con Dio conosciuto nella fede, ma con il vero Dio e il vero Dio è che in un’unica santissima sostanza vi sono Tre Persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Ecco allora che non c’incontreremo con un Dio lontano, con un Dio mai conosciuto, come possono fare quelli che non sono cristiani, ma noi ci incontriamo con la vera rivelazione di Dio, ci incontriamo con lui e sentiamo che abbiamo uno speciale dono per conoscerlo, perché è giusto che il figlio conosca suo Padre, perché è giusto che lo Spirito d’amore che c’è tra il Padre e il Figlio sia anche lo Spirito d’amore nostro, che guida la nostra preghiera, che c’indirizza a sapere che cosa dire e soprattutto che cosa ricevere dal Padre nostro.
Terza cosa. Noi siamo chiamati a prendere sempre più responsabilmente questo grande dono: la santissima Trinità abita in noi, è nel nostro cuore. Una consacrazione ineffabile, grandissima si verifica nel cristiano; se Dio abita in noi, è consacrata la nostra anima, è consacrato il nostro corpo. Tutto il nostro essere resta così in vera comunione, in vera adorazione, tutto è per la gloria della Trinità.
E allora comprenderemo il significato dei segni della croce, quando tracciamo sul nostro corpo il segno della salvezza e pronunciamo le parole, che sono come il riassunto di tutta la nostra fede: “Nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo”. Sia oggi perciò il nostro proposito un proposito di riconsiderare meglio questa grande verità fondamentale, di fare meglio i nostri segni di croce, di indirizzare tutto alla gloria della Trinità: “Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo”.
Ecco, noi restiamo in adorazione davanti allo Spirito Santo, che abbiamo invocato, e lo preghiamo di indirizzare ogni nostra anima, di indirizzare tutta la comunità. Preghiamo perché oggi sia un giorno di benedizioni per tutta la comunità, particolarmente per i nostri malati, per i quali pregheremo nella Messa delle 11. Sia oggi una giornata di fede, una giornata di invocazione, una giornata nella quale, uniti insieme, diamo gloria al Signore e gli domandiamo benedizione per tutti.
MESSA ORE 11
Celebriamo la festa della Santissima Trinità. Una grande festa, una meravigliosa festa che ci richiama alla base della nostra fede, perché noi siamo salvi, siamo stati battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Che cosa ci ha svelato Gesù? Che cosa ci ha detto di Dio? Ci ha detto che Dio è un infinito oceano di luce, verità e amore. Gesù ci ha detto che Dio non è come lo avevano immaginato gli uomini, un essere molto lontano, infinito e statico in lui stesso. Dio è vita e movimento di vita, è amore che crea, è amore che salva, è amore provvidente.
Ecco, questo dobbiamo veramente pensare, questo deve essere il motivo della nostra preghiera: Dio ci ama e il suo amore è infinito e la sua provvidenza è senza confini. Dio ci ama, ci ama tutti, ci ama come ama suo Figlio. Avete ascoltato le parole dette da Gesù stesso: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito”, da darlo a che cosa? Ecco, il Signore ha così amato che ha dato il suo Figlio, che ama di un amore infinito, alla morte, alla morte in croce per noi, perché ci salviamo, perché la nostra vita abbia un senso, perché la nostra vita abbia una dignità, perché anche l’ultima delle sofferenze abbia un valore profondo. Ecco, noi diciamo che questo “Credo nella Provvidenza” è veramente la base di tutta la nostra vita cristiana. “Credo in Dio Amore, credo in Dio Provvidenza, credo in Dio che mi ha dato Gesù, credo nell’amore di Gesù che ha steso le braccia sulla croce per nostro amore”.
Ecco, riuniti qui oggi, noi ripetiamo questo “Credo all’Amore”, lo ripetiamo per noi e particolarmente l’offriamo a voi, nostri fratelli che soffrite, a quelli che sono ammalati, a quelli che un complesso di cose grava sulle spalle: l’età, la preoccupazione, altre cose pesanti e noiose. Ecco, noi vi diciamo: vi siamo vicini, vi diciamo: noi in Dio che ama vi vogliamo bene, noi vi diciamo che non solo oggi, ma sempre siete presenti nella nostra preghiera, che sempre noi poniamo la nostra preoccupazione per voi, che tutta la comunità è vicina a voi, perché la benedizione del Signore sia sempre continua, perché soprattutto nell’intercessione della Beata Vergine Maria possiate ottenere quelle grazie che desiderate.
Ecco perché oggi, festa della Provvidenza e dell’amore infinito di Dio, ecco perché oggi, verso la chiusura del mese di Maggio, vi abbiamo chiamato, vi abbiamo desiderato nella vostra presenza e nella vostra preghiera, perché tutto così sia nell’armonia della grazia di Dio, nella sua benedizione. Sia tutto così, che voi aiutate noi, aiutate noi offrendo i vostri sacrifici in unione con la croce di Gesù. Noi vogliamo aiutare voi, ecco, invocando dall’amore infinito del Signore, quella grazia che sostiene anche nei momenti più duri, anche nei momenti più difficili.
Ripetiamo il nostro credo, che è il sì all’amore provvidente di Dio, che è il sì al valore salvifico della sofferenza, che è il sì a quanto Iddio dispone per la nostra vita, perché sia veramente un seme per l’eternità.
CODICE | 75EQO01337N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 25/05/1975 |
OCCASIONE | Omelia, Domenica Solennità Santissima Trinità - Anno A - Messa ore 8,30 e ore 11 Giornata dei malati |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Santissima Trinità |
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