Pro 8, 22-31; Rm 5, 1-5; Gv 16, 12-15
“Lo Spirito di verità vi guiderà alla verità tutta intera” (*Gv 16, 13). E che cos’è questa verità? La verità è il conoscere il disegno meraviglioso e misericordioso del Signore, il disegno per cui si è svelato a noi, ci ha fatto conoscere se stesso, ci ha messo a parte della sua vita, ci ha fatto suoi figli.
E l’uomo ha chiaro il suo fine. Il fine è di raggiungere Dio e di vederlo così com’è. Il fine dell’uomo, dopo il breve tragitto di questa vita, è di entrare nella gloria del Padre, cioè di essere nella gioia stessa di Dio, di essere nella gloria del Signore. L’uomo è tanto fatto per Dio, che non solo possiede i doni di Dio, deve possedere Dio com’è, immergersi in quell’oceano infinito di Verità e di Amore. Perché ha detto Gesù: “Dove sono io, voglio che siano anche loro” (*Gv 17, 24). Questa festa è una celebrazione adorante, una celebrazione di contemplazione e di amore. Gesù, come Lui stesso ha detto, ci ha fatto conoscere il Padre! Non è più il Dio dei filosofi, il Dio che l’uomo credeva di avere conosciuto e trovato. Gesù ci ha svelato il vero volto di Dio e ci ha ammessi, per quanto le nostre capacità possono arrivare, ci ha ammessi alla contemplazione della ricchezza infinita di Dio, ricchezza che non resta allora estranea a noi, come una cosa magnifica oltre a ogni dire, ma che resta là lontana da noi. Soggiunge la Scrittura: “Egli ci ha fatti figli e se figli siamo eredi, eredi di Dio, coeredi di Cristo” (*Rm 8, 17).
Comprendiamo bene: la Trinità è una cosa che ci appartiene, è la ricchezza nostra e, alzando gli occhi al cielo, sappiamo che non è solo Uno che ci ama, sono Tre che ci amano: il Padre che ci ha creato, il Figlio che ci ha redenti, lo Spirito Santo che ci ha santificati.
O Trinità, o Unità, o mistero di amore! Quanto dobbiamo entrare nello spirito della vera preghiera! Quanto dobbiamo comprendere le inenarrabili ricchezze di Cristo, come dice san Paolo! Le ricchezze sue sono queste, sono le ricchezze infinite, sono la gloria infinita alla quale siamo chiamati anche noi.
Resti dunque un senso profondo di riconoscenza. Nella nostra adorazione, nella nostra lode, risuoni sempre il senso profondo della nostra grandezza di figli di Dio. Essere cristiani non è professare un’ideologia, non è intrupparsi con degli altri; essere cristiani è vivere profondamente questa grazia, è entrare in questo mistero di Verità e di Amore. Essere cristiani è avere il senso della figliolanza divina, della dignità di figli, della nostra destinazione che va oltre ogni confine terreno. In ogni uomo c’è una grande dignità, proprio perché è stato chiamato ad essere figlio di Dio ed è chiamato ad avere in sé, nell’intimo del suo cuore, la presenza della Trinità.
Quanto dobbiamo allora esultare e quanto dobbiamo saper amare! Perché in fondo tutto sta qui: nel saper amare. È nella fede della Trinità tutta la vita nostra spirituale e bene hanno fatto i ragazzi questa mattina a volere riaffermare la loro fede, a volere riaffermare il loro Battesimo, a volere prendere la grazia di Dio in maggiore abbondanza, nel volere nella loro amicizia seguire da vicino il Signore. Io vi dico: la vostra professione di fede deve essere una grande cosa per voi, perché siete grandi e capite, perché siete grandi e potete scegliere bene. Scegliete il Signore, scegliete la strada di un cristianesimo vero e autentico; siate fedeli, fedeli prima di tutto nell’amore. Sappiate, che, se il cristiano ha una vocazione, è questa, è la vocazione di amare, amare Dio e riceverlo nel cuore come Spirito di amore, che tutto trasforma, e amare gli altri, tutti gli altri, dai più vicini ai più lontani, da quelli che la pensano come voi, a quelli che non la pensano come voi. Amare! Il mondo ha bisogno di amore. In questo momento particolarmente sentiamo come la carenza della nostra società sia l’amore. Amate nel nome della Santissima Trinità e siate logici nel vostro cristianesimo; non fatevi un cristianesimo ipocrita, un cristianesimo fatto solo di cerimonie e di apparenze. Amate l’autenticità: vogliate essere nell’intimo del vostro cuore i testimoni veri dell’amore di Dio, per potere anche esternamente testimoniarlo; la logicità: la logicità nel vostro dovere di ogni giorno, la logicità nella vostra amicizia. Siate molto amici proprio per proclamare la carità, siate molto lineari e santi nella vostra purezza, rigettate quello che il mondo vi presenta di sporco e di equivoco. Amate di essere sani e sinceri. Attuate con pienezza la vostra chiamata, che è la chiamata a seguire Gesù passo per passo.
La comunità oggi prega per voi, si stringe attorno a voi, perché vi augura di essere una gioia, una lode della comunità. In Maria Santissima, che scegliete come vostra protettrice, in Lei attuate la vostra vittoria cristiana, attuate il vostro impegno, la vostra totale generosità
CODICE | 80F0O01338G |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 01/06/1980 |
OCCASIONE | Omelia, Domenica Solennità Santissima Trinità - Anno C - Professione di fede |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Santissima Trinità |
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