13/06/1976 - Omelia SS Trinita

Sant'Ilario d'Enza, 13/06/1976
Omelia, Domenica Solennità della Santissima Trinità – Anno B - Messa ore 6.30 e 8.30

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Dt 4, 32-34. 39-40; Rm 8, 14-17; Mt 28, 16-20

OMELIA ORE 6, 30

“Andate, ammaestrate, battezzate, ecco, tutto nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (cfr. Mt 28, 19). Da questo momento la Chiesa ha sempre proceduto così, nel nome della santa, individua Trinità. Proprio così. Siamo stati ammessi a conoscere il mistero infinito della vita divina, quel mistero che nessuno mai aveva conosciuto, perché nella creazione c’è il riflesso delle perfezioni di Dio, ma la vita intima di Dio non risplende nella creazione, proprio perché è il mistero intimo della stessa natura divina. Gesù ce l’ha rivelato. Perché ce l’ha rivelato? Perché ci ha parlato di queste ineffabili relazioni di Dio, che è comunità? Di Dio che ha una vita in se stessa così ricca, una vita di verità e di intelligenza, Dio è verità, una vita d’amore, per cui il Figlio è generato dal Padre e dal Padre e dal Figlio procede lo Spirito Santo? Perché il Signore ce l’ha fatto conoscere, se non perché siamo stati invitati non ad essere come coloro che vedono una cosa da lontano, ma piuttosto come coloro che sono stati invitati ad entrare in famiglia, a partecipare della vita della famiglia, come coloro che sono stati ammessi, ed è proprio il Battesimo che realizza questo miracolo, come coloro che sono stati ammessi a partecipare nella Trinità a questo mirabile circolo di vita? Perché infatti anche noi siamo diventati figli di Dio, anche noi abbiamo lo Spirito Santo che ci unisce al Padre ed al Figlio. È proprio dunque una suprema dignità, alla quale siamo stati chiamati. Ed è proprio questa festa che ce lo ricorda, ce lo ricorda con forza, infatti è stata istituita molto tardi nella Chiesa perché ogni domenica è festa della Trinità, ogni nostro gesto di fede è omaggio alla Trinità. Questa festa specifica è stata sottolineata proprio perché ci ricordiamo sempre di più, che noi siamo stati chiamati a una vita profonda di grazia e questa vita di grazia è partecipazione alla vita stessa di Dio. Anche noi, ricordate la seconda Lettura, siamo in grado di poter dire a Dio: “Padre” (cfr. Rm 8, 15), proprio come ce lo suggerisce lo Spirito Santo. Ecco allora la nostra dignità cristiana, realizzarci degnamente come figli di Dio. Ecco come ce ne dobbiamo continuamente ricordare. Ecco come l’invocazione della Trinità, che facciamo nel segno della croce, ce la deve rendere sempre presente. Dobbiamo assolutamente rinnovare la nostra fede nella Trinità. Ogni segno di croce ci deve fare crescere in questa fede, nella gioia di questa fede, è il dono più grande che ci ha fatto il Signore, nella forza di questa fede, è nel nome della Santissima Trinità che noi vinciamo ogni tentazione ed ogni ostacolo. Una fede dunque la nostra che è sorgente di fortezza, che è sorgente continua di fortezza. Nel nome della Trinità i santi hanno fatto i miracoli, nel nome della Trinità la Chiesa ha convertito le anime. Nel nome della Trinità anche noi possiamo realizzare in pienezza la nostra vocazione. Ecco allora l’impegno nostro di vivere segnati dalla Trinità, così, in una testimonianza piena di fede e di amore. Ripetiamolo spesso il nostro gesto di omaggio alla Trinità, ma viviamo in conformità alla nostra vocazione. La lode più bella alla Trinità sta proprio in quello che ci ha suggerito Gesù: andare, evangelizzare, porre la nostra vita così in un insegnamento per tutti coloro che hanno da essere salvati, insegnando sopratutto con la vita, con la coerenza della nostra vita, perché tutta la nostra vita deve essere gloria alla Trinità.

OMELIA ORE 8, 30

Dobbiamo chiedere oggi al Signore la grande grazia di capire di più, di capire meglio i nostri rapporti con la Trinità santa. Gesù, come ad amici, ci ha detto tutto: “Voi siete miei amici, perché v’ho detto tutto” (cfr. Gv 15, 15). Ci ha manifestato come Dio è una mirabile comunità. C’è un circolo meraviglioso di vita divina, un circolo nell’ordine della verità e dell’amore. Nel libro del Deuteronomio: “Come? Voi dubitate? Voi, che avete sentito la voce di Dio? Voi, che avete Dio in mezzo a voi? (cfr. Deut 4, 32-34). “Non c’è nessun popolo che abbia il suo Dio come il nostro Dio”. Che cosa dovremmo dire noi adesso nella pienezza della rivelazione?! Non solo Dio è vicino a noi, Dio ci chiama nella sua famiglia, ci invita a partecipare alla sorgente inesauribile della sua luce e del suo amore. E tutta la nostra vita deve essere la vita di un figlio di Dio. Alcuni pensano forse troppo poco al mistero della Trinità, anche se dicessero loro che le persone della Trinità non sono tre, le persone divine sono cinque, la loro vita non cambierebbe. Che importa loro se Dio ha Trinità di persone o se altro è il mistero di Dio? Eppure Gesù ce l’ha svelato come la base di tutta la nostra fede, come la meta alla quale deve tendere tutta la nostra esistenza e Gesù ci ha detto che nella Trinità sta tutto il segreto dei secoli. Dio ha amato gli uomini, Dio a questi uomini ha offerto la sua alleanza e la sua amicizia. È corso dietro loro anche quando lo hanno rifiutato e tradito, perché di queste sue creature egli voleva fare dei figli dilettissimi, li voleva collocare insieme al suo Figlio diletto Unigenito in lui, nel suo amore, nella sua gloria, nella sua beatitudine. Ed ecco si compie la redenzione. Gesù offre il suo sangue, gli uomini si possono chiamare figli di Dio, gli uomini possono realizzare nella grande dignità di figli di Dio la costruzione del regno del Signore. “Andate, ammaestrate, battezzate, insegnate loro e tutto nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (cfr. Mt 28, 19). Ecco allora conoscere la Trinità. Alcuni s’arrestano molto presto e dicono: “E’ un mistero”, e non si accorgono che c’è tanta strada prima di arrivare a quella barriera, che è data dalla nostra povertà intellettuale, non allora mistero della Trinità, mistero della loro ignoranza! Bisogna conoscere la Trinità, bisogna conoscere come sono tre che ci amano, come la Trinità ci è stata data come modello: “Affinché, Padre, essi siano una sola cosa come tu ed io siamo una sola cosa” (cfr. Gv 17, 11 ; Gv 17, 21-22), come la Trinità deve essere l’oggetto vero della nostra contemplazione anche su questa terra nella fede, come lo sarà in una luce meravigliosa nell’eternità, quando la vedremo faccia a faccia. Conoscere la Trinità, porci in spirito di adorazione, di profonda, di vera adorazione, l’adorazione di fronte a questa maestà, l’umiltà di fronte a questa incommensurabile ricchezza. La Trinità si è manifestata a noi per essere sorgente di vita e sorgente di grazia. E poi ecco quello che ci insegna san Paolo nella seconda Lettura: “Il tuo atteggiamento è atteggiamento di figlio” (cfr. Rom 8, 14-17). La liberazione operata da Gesù è stata totale: non più schiavi, non più sotto una legge di terrore, dobbiamo avere lo spirito da figli adottivi. E lo sentiamo di essere figli, soggiunge l’apostolo, perché sentiamo di avere lo Spirito Santo in noi, quello Spirito che ci insegna ad essere veri figli, che ci insegna la preghiera, che ci insegna l’amore. E la strada, soggiunge l’apostolo, la strada è imitare Gesù, partecipare alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria. Ecco allora, porre la vita come gloria alla Trinità, porre la vita perché la gloria della Trinità venga da tutte le nazioni. Senso di evangelizzazione profondo nel nostro essere cristiani, proprio perché siamo figli dobbiamo essere evangelizzatori. L’evangelizzazione non è un qualche cosa di più, tanto meno qualche cosa di decorativo, è essenziale nel cristiano, deve portare la Trinità. Ecco allora nella grande realtà dell’abitazione della Trinità in noi, nella grande grazia di poter essere figli realizziamoci ognuno di noi e tutti noi come Chiesa e non abbiamo altro desiderio che ripetere le parole del Salmo: “Non a noi Signore, non a noi, ma al tuo nome da' gloria” (cfr. Sal 115, 1). Ecco la testimonianza, la pienezza, la gioia, la gioia di avere Dio in noi, la gioia di potere essere sempre suoi figli e suoi annunciatori.

CODICE 76FCO0133AN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 13/06/1976
OCCASIONE Omelia, Domenica Solennità della Santissima Trinità – Anno B - Messa ore 6.30 e 8.30
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La partecipazione alla vita trinitaria
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