Ap 7,2-4.9-14; 1Gv 3,1-3; Mt 5, 1-12
MESSA ORE 8,30
Chi sono i santi? San Giovanni nella prima Lettura dice che sono “i segnati”, coloro che portano un “sigillo” (cfr. Ap 7, 2). Ma quale sigillo? Ecco, il sigillo dell’Agnello. I santi sono quelli dunque che portano il segno del Cristo, che portano in se stessi l’immagine di Cristo. Nessuno può essere santo, se non si modella su Cristo; Cristo è l’unico, Cristo è il solo, lo abbiamo detto pocanzi: “Tu solo sei il Santo”.
Ed è dunque nell’imitazione di Gesù che si realizza la santità. Le beatitudini, anche se Gesù non le avesse pronunciate, noi agevolmente le rifaremmo guardando alla vita di Gesù. E’ dunque Gesù il Signore dei santi, il grande modello che prima di tutto noi dobbiamo oggi contemplare. I santi sono tali perché hanno un raggio della luce di Gesù, sono una manifestazione della santità di Gesù. Gesù è la causa della nostra salvezza, è la causa della nostra santità, è l’esemplare al quale dobbiamo sempre guardare con tutta l’attenzione, con tutto l’amore del nostro cuore.
Ed allora comprendiamo ciò che dice la seconda Lettura: la santità si realizza, dice sempre lo stesso apostolo Giovanni, realizzando in noi la figliolanza a Dio. Gesù il primo di tanti fratelli, noi da lui abbiamo ricevuto l’incomparabile dignità di essere figli di Dio.
Dobbiamo allora realizzarci nella nostra validità di Battesimo, noi siamo santi diventando degni figli di Dio. La nostra grazia è comunicazione della paternità di Dio, Dio ci ha amato ed è stato per noi un Padre e ci ha fatto suoi figli, ci ha fatto suoi figli nel Figlio Gesù; perciò la nostra santità sta nel realizzarsi in questa particolare posizione di figli di Dio. Nella Trinità noi veniamo ad avere il posto di Gesù, nella Trinità noi siamo guidati dallo Spirito Santo. Ed allora comprendiamo ancora come il Signore, amandoci, suscita in noi i suoi doni. La santità non è un nostro cammino, la santità parte da un suo dono ed è lo sviluppo del suo dono, uno sviluppo cioè della sua misericordia e della nostra collaborazione, fino al giorno nel quale vedremo Dio così come Egli è, perché, diventando suoi figli, siamo anche eredi della sua gloria e la nostra felicità del domani non è semplicemente la felicità della ricchezza dei suoi doni, la nostra felicità del domani è possedere Dio ed avere la stessa felicità di Dio.
Ed è allora il significato profondo delle beatitudini, quando nelle beatitudini troviamo il nostro codice, un codice nel quale noi possiamo realizzare la vera nostra personalità, nel quale noi possiamo realizzare fino in fondo la nostra fede. Vivere secondo le beatitudini: ecco ciò che dobbiamo fare! E non è uniformità, perchè il Signore suscita una moltitudine di fiori, uno diverso dall’altro, uno più bello dell’altro, ognuno nella sua identità, nei suoi colori, nel suo profumo; così è dei santi: ogni santo è un fiore, ogni santo manifesta la bellezza e la soavità di Dio ma in modo tutto diverso. Alziamo gli occhi al cielo e guardiamo quanti santi, di tutte le età, di tutte le condizioni, di tutte le strade! Chi è giunto a Dio nella strada del martirio e chi è giunto a Dio nella strada della penitenza, chi è giunto a Dio nella strada della verginità, chi è giunto a Dio nella vocazione del Matrimonio: ognuno ha il suo dono, tutti possono arrivare là.
Noi oggi onoriamo tutti i santi, sia i santi che sono stati dalla Chiesa canonizzati, cioè sono stati posti come esempio a tutte le generazioni, sia i santi che, non canonizzati ufficialmente, sono arrivati così nello splendore del Paradiso. Tutti! Lo sappiamo, questo ci consola molto, perchè nessuno di noi pensa che arriverà ad essere un santo canonizzato.
La nostra santità è una santità, possiamo dire, feriale, ordinaria, ma è una santità veramente valida questa nostra santità feriale, fatta cioè di tutte le nostre piccole cose, dei nostri continui sacrifici, del nostro dovere fatto bene.
La santità non consiste in gesti eroici o tanto meno in atti miracolosi, la santità consiste nel fare bene e con amore il nostro dovere quotidiano.
Ecco che cosa ci dicono i santi: ci dicono che anche noi non solo possiamo, ma dobbiamo diventare santi attraverso l’esercizio della bontà e dell’umiltà, della pazienza e della comprensione, attraverso i nostri doveri di giustizia e di carità, attraverso l’esercizio pratico di quelle virtù che sono segnate nelle beatitudini.
Ci aiutino i nostri santi, particolarmente i nostri santi protettori, i santi di cui possediamo le reliquie, i santi cioè che particolarmente ci sono vicini.
CODICE | 74M0O0133TN |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 01/11/1974 |
OCCASIONE | Omelia, Venerdì XXX settimana Tempo Ordinario, Solennità Tutti i Santi |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | I Santi e le Beatitudini, la nostra santità feriale |
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