01/11/1975 - Omelia Tutti i Santi

Sant’Ilario d’Enza 01/11/1975
Omelia, Festa Tutti i Santi

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Oggi siamo in festa per onorare e, per quanto è dato nel nostro esilio, gioire della Chiesa trionfante, gioire di quella gloria che il Signore ha riservato a coloro che lo amano e lo servono.

Abbiamo bisogno di guardare in alto, perché insistentemente la tentazione si presenta così nel guardare in basso, nel guardare alle cose che pur fuggono, nel fermarsi alle apparenze e alle superficialità.

Mai come oggi sentiamo l’invito della liturgia “in alto il cuore”. Proprio così: in alto.

E oggi fermiamo particolarmente la nostra attenzione sulla gloria della beata Vergine assunta in cielo in corpo e anima. Celebriamo oggi il venticinquesimo anniversario della solenne proclamazione a verità di fede. Maria, è il Signore che ce lo ha rivelato, ha preso parte alla gloria del suo Gesù totalmente: mentre anche i grandi santi aspettano la risurrezione finale, il Signore ha voluto dare questo privilegio a Maria santissima. Anche il suo corpo è nella gloria, anticipando per lei questa meravigliosa glorificazione, anticipando per lei, perché dal suo corpo aveva preso corpo il Figlio di Dio.

Noi sentiamo come siamo partecipi, come questa rivelazione ci ha riempito di grande gioia, perché è la madre nostra che è onorata così, perché è la madre nostra che rivolge alla nostra generazione un ammonimento grave e prezioso, la nostra generazione che si distingue per il disprezzo del corpo, quando il corpo è solo considerato come uno strumento, quando il corpo è così avvilito nella passione, quando del proprio corpo si fa un idolo, quando invece si disprezza il corpo degli altri, quando si uccide e si ferisce, quando si avvilisce in una molteplicità di modi.

Oggi siamo invitati a guardare in alto un corpo che è posto al centro del Paradiso: la nostra povera argilla posta così in alto. Perché Dio si è fatto uomo e ha preso un corpo come noi, perché Dio vuole la dignità di tutto l’uomo, non solo di una parte dell’uomo.

Quando noi parliamo di purezza parliamo di amore, quando noi parliamo di purezza parliamo di dignità, quando noi parliamo di purezza parliamo di una cosa meravigliosa per cui l’uomo realizza un’unità in se stesso e non una divisione. Infatti il vizio divide l’uomo e il corpo, addirittura, asservisce lo spirito, lo materializza, in un certo senso.

Vorrei quindi che oggi fossero tre i sentimenti che ci occupano:

Un primo sentimento di grande gioia unito a un’intensa speranza. La gioia per la glorificazione di Maria e dei santi, la speranza di potere unirci anche noi, un giorno, a tanta gioia e tanta gloria. Poveri, peccatori, incoerenti, la tentazione è evidente: come possiamo essere nell’assemblea dei santi? Come possiamo essere enumerati anche noi in questa meravigliosa realtà di santità e di pace? Come?

Ecco la speranza: non per i nostri meriti, ma per la sua misericordia. Dio è fedele, ce lo ha promesso e infallibilmente lo farà. Dio è fedele: sulla sua fedeltà si basa tutta la nostra speranza, sulla sua fedeltà, una fedeltà che non viene a meno neppure di fronte ai nostri più gravi peccati.

Chiediamo la grazia di convertirci tutti i giorni, chiediamo la grazia di essere sempre pronti a ritornare sui nostri passi, chiediamo la grazia di potere così, attraverso le nostre lacrime, essere purificati per la vita eterna: Dio ce la darà.

Il secondo sentimento è un grande sentimento di fiducia. La Madonna e i santi sono nella gloria, ma non sono dimentichi di noi, sono fratelli nostri e non sono lontani da noi, non sono un frutto che si dimentica di coloro che sono ancora nella tribolazione. Noi oggi, ricordando la beata Vergine assunta ricordiamo anche la sua regalità: regina del cielo e della terra, partecipa della potenza di Dio. Dio dà le sue grazie per l’intercessione della Madonna e secondo un comune sentimento della Chiesa tutte le grazie passano per le mani di Maria la mediatrice, la potente, la signora. Ed è madre nostra, ci vuole bene, vuole bene ad ognuno di noi: la devozione alla Madonna è veramente garanzia della salvezza. Quando oggi ripeteremo la nostra preghiera viva di dono a Lei, a Vespro, sentiremo com’è dolce e bello affidarsi alla Madonna. Essere sempre più di lei nel suo Cuore Immacolato.

Il terzo sentimento è un sentimento di fraternità. Dobbiamo essere molto uniti tra di noi come sono uniti i santi in Paradiso. Dobbiamo volerci bene come si vogliono bene i santi, perché anche noi dobbiamo essere santi, anche noi formeremo un’unica famiglia in Paradiso. Nessuna divisione è giustificata, nessuna forma d’individualismo: sentiamo profondamente la nostra unità perché siamo gli eredi di Dio, i candidati al paradiso e il Signore regna in mezzo a noi, il Signore vuole che ognuno di noi collabori nella Chiesa al bene universale.

Allora, gioia e speranza, fiducia e una soavissima carità: la festa dei santi ci dia proprio questo slancio, ci dia proprio questo nuovo passo di vita spirituale.

CODICE 75M0O0133TN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza 01/11/1975
OCCASIONE Omelia, Festa Tutti i Santi
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Maria assunta in cielo e i santi: gioia, speranza, fiducia, fraternità
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